Un imprenditore di 45 anni di Olbia ha finalmente visto riconosciuta la propria innocenza a seguito di un’accusa grave che lo ha coinvolto negli ultimi anni. La GUP del tribunale di Tempio Pausania, Marcella Pinna, ha emesso la sentenza di assoluzione per il caso di abuso sessuale nei confronti della figlia, oggi quasi dieci anni, confermando che il fatto non sussiste. La decisione segna la conclusione di un lungo processo e di una sofferenza personale che ha avuto pesanti ripercussioni sulla vita dell’imputato.
Un processo messo a dura prova da accuse pesanti
La vicenda ha avuto inizio nel 2020, quando l’ex compagna dell’uomo ha sporto denuncia, accusandolo di aver abusato della loro figlia durante le visite autorizzate dal tribunale, in un contesto di separazione conflittuale. All’epoca, la bambina aveva solo quattro anni. Le parole della madre hanno trovato eco anche in alcune dichiarazioni della minorenne, ma la sua testimonianza è stata considerata incerta a causa della presenza di contraddizioni nel racconto.
Questo scontro familiare ha portato a una vera e propria battaglia legale, che ha visto i due ex conviventi in opposizione sull’affidamento della figlia. Nonostante le accuse, i giudici hanno deciso di affidare la tutela della bambina a un amministratore di sostegno, mentre il padre, privato della possibilità di vedere la figlia, ha sopportato una profonda sofferenza. Durante questo periodo, l’imputato ha anche subito un drastico calo di peso, circa quindici chili, segno di un carico emotivo insostenibile per un padre allontanato dalla propria figlia.
La prova decisiva che ha rovesciato le sorti
Con il passare del tempo, il padre ha seguito il consiglio del proprio legale, l’avvocato Antonello Fadda, installando telecamere nel proprio appartamento. Questo si è rivelato un passo cruciale: le registrazioni hanno documentato tutte le visite della bambina, creando un quadro oggettivo che ha smontato le accusazioni mosse contro di lui. Le ore di video sono state sequestrate, e dopo una minuziosa analisi da parte della magistratura, è stato confermato che non erano state manomesse, risultando quindi utilizzabili come prova in sede di giudizio.
Questa evidenza ha giocato un ruolo fondamentale nella decisione del tribunale: la GUP Pinna, esaminando il materiale, ha potuto chiarire l’intera situazione. La sentenza di assoluzione ha sollevato un pesante fardello dall’imputato, finalmente libero di ricostruire il rapporto con sua figlia e di riprendere in mano la sua vita.
Le parole dell’avvocato e il futuro del padre
L’avvocato Fadda ha commentato il verdetto, evidenziando il notevole impatto che questa situazione ha avuto sulla vita del suo assistito. “È visibilmente provato da tutto ciò che ha passato”, ha dichiarato, sottolineando l’inesorabile prezzo pagato da un padre per la battaglia legale durata anni. La sentenza segna non solo un’assoluzione, ma un nuovo inizio per un uomo che, dopo cinque anni di distacco forzato, ha finalmente l’opportunità di riabbracciare sua figlia e ricostruire il loro legame.
Questa storia complessa, segnata da accuse gravi e tensioni familiari, illustra come il sistema giudiziario possa essere un percorso accidentato e come, alla fine, la verità possa emergere anche grazie all’ausilio della tecnologia. La riunificazione del padre con la figlia rappresenta un capitolo di speranza e rinascita per entrambi, dopo un periodo di sofferenza e impossibilità di vivere liberamente la loro relazione.