La recentissima assoluzione di Adolfo Ferraro, psichiatra di comprovata esperienza e già direttore dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Aversa, rappresenta un fondamentale capitolo in un caso che ha segnato oltre quindici anni di battaglie legali. La quinta sezione della Corte di Appello di Napoli ha deciso per un’assoluzione “perché il fatto non sussiste” nei confronti di Ferraro, accusato di favoreggiamento personale nei confronti di un presunto affiliato di un clan camorristico operante a Torre Annunziata, località in provincia di Napoli. La decisione non solo mette fine a una vicenda giuridica complessa, ma ridona dignità a un professionista che si è visto ingiustamente coinvolto in una tela di accuse senza fondamento.
Il contesto del processo
La questione è emersa inizialmente quando il Tribunale di Torre Annunziata aveva dichiarato il reato di favoreggiamento prescritto senza, però, stabilire l’innocenza del dottor Ferraro. Tale situazione ha spinto il respondente a presentare appello contro quella sentenza, decidendo di rinunciare alla prescrizione per ottenere una pronuncia sul merito della questione. Una scelta coraggiosa, che sintetizza la volontà di voler affrontare a viso aperto le accuse, piuttosto che rifugiarsi in un buon esito giuridico formale. I legali di Ferraro, Domenico Ciruzzi e Valerio Esposito, hanno sempre sostenuto la completa estraneità del loro assistito ai fatti contestati, evidenziando come già altre istanze, tra cui quelle del Tribunale del Riesame e della Corte di Cassazione, avessero riconosciuto la non corrispondenza delle accuse con la realtà.
La sentenza della corte
La Corte di Appello ha ora ribadito l’innocenza di Ferraro, una decisione che segna un traguardo significativo sia per il professionista che per la giustizia italiana. Il verdetto non è solo un liberatorio atto finale per Ferraro, ma anche una chiara affermazione della verità. La sentenza elimina l’ombra di sospetti infondati che per oltre un decennio hanno gravato sulla figura di un uomo descritto dai suoi legali come “uno stimatissimo professionista”. Questo riconoscimento assume una valenza non solo legale, ma pure morale, contribuendo a ripristinare l’onore di Ferraro e di una professione che opera in costante tensione tra etica e legalità.
Le reazioni degli avvocati
La soddisfazione degli avvocati di Ferraro emerge chiaramente nelle loro dichiarazioni: “Oggi è davvero un giorno di gioia per la giustizia”, affermano Ciruzzi e Esposito, congratulandosi per una sentenza che pone fine a una lunga odissea giudiziaria. Gli avvocati non nascondono la loro preoccupazione per l’atteggiamento accusatorio percepito in fase preliminare, evidenziando la necessità di una riflessione profonda sulle modalità d’indagine e sul rispetto dei diritti degli imputati. “L’inconscio feroce pregiudizio accusatorio” ritenuto inaccettabile, è stato menzionato dall’avvocato Ciruzzi, il quale ha criticato anche l’atteggiamento di partenza del giudice di Torre Annunziata. La speranza resta ora quella che i futuri processi possano essere condotti con maggiore attenzione ai diritti fondamentali, evitando pressioni esterne che possano influenzare in modo negativo le decisioni giuridiche.
Un caso che, dopo un lungo percorso, ha visto finalmente il chiaro vindice della verità, ed il dottor Ferraro si prepara a riprendere la sua vita professionale e personale, libero da illazioni infondate che lo hanno accompagnato per troppo tempo.
Ultimo aggiornamento il 22 Novembre 2024 da Laura Rossi