La sentenza della Corte d’Assise d’Appello ha portato a un cambiamento significativo nella posizione giuridica di Pasquale Concas, 53enne originario di Osilo, accusato dell’omicidio dell’avvocatessa modenese Elena Morandi. In un caso complesso che ha attirato l’attenzione mediatica, la corte ha assolto Concas dalle accuse di omicidio e incendio doloso, riformando una condanna precedente che prevedeva l’ergastolo.
Il caso di Elena Morandi e le accuse nei confronti di Concas
Elena Morandi, avvocato 56enne, è stata trovata senza vita nella sua abitazione di Modena il 29 settembre 2017. Secondo l’accusa, Pasquale Concas sarebbe entrato nell’appartamento della vittima con l’intento di rubare una somma di 300 euro. Dopo l’omicidio, avrebbe appiccato un incendio per simulare un incidente. Le accuse erano gravi e la richiesta del pubblico ministero era di mantenere la condanna a vita per l’imputato.
Oltre a questo caso, Concas ha un passato penale già significativo, essendo attualmente detenuto per l’omicidio di Arietta Mata, una prostituta uccisa a Gaggio di Castelfranco all’inizio del 2018, per la quale sta scontando una pena di 24 anni. Inoltre, risulta condannato per un omicidio avvenuto nel 1994 a Olbia, sempre legato a ragioni di rapina. Questo quadro ha fatto sì che il caso di Morandi si intrecciasse con una serie di altri crimini, sollevando interrogativi e dubbi sul suo profilo.
Le decisioni della corte e i testimoni in aula
A seguito di un ricorso presentato dalla difesa, la Corte di Cassazione aveva annullato la precedente sentenza di ergastolo, rinviando la causa per un nuovo esame. Durante il nuovo processo, sono stati ascoltati diversi esperti, tra cui un ingegnere specializzato in incendi, un dermatologo del centro grandi ustionati dell’Ausl e un medico legale, i quali hanno fornito testimonianze cruciali. Questi testimoni sono stati messi a confronto con altri consulenti per chiarire la dinamica degli eventi. La discussione finale ha visto il procuratore generale richiedere la conferma dell’ergastolo, mentre la difesa ha sostenuto l’innocenza di Concas, invocando l’accoglimento dell’impugnazione e l’assoluzione.
La sentenza finale e la riqualificazione del reato
Dopo una camera di consiglio protrattasi fino alle 16, la corte ha emesso una sentenza di riforma. La decisione ha accolto parzialmente l’impugnazione presentata dalla difesa di Concas, assolvendo l’imputato dalle accuse di omicidio e incendio. Il reato per cui Concas è stato riconosciuto colpevole è stato riqualificato da omicidio e incendio a furto in abitazione, con una condanna di un anno e quattro mesi. Questa scelta della corte ha suscitato diverse reazioni nella comunità e tra gli avvocati presenti.
Entro 90 giorni verranno rese note le motivazioni dettagliate della sentenza. Questo periodo di attesa si preannuncia cruciale per tutti i soggetti coinvolti nel processo e nel dibattito pubblico che ne seguirà . La decisione della corte ha aperto un nuovo capitolo nella storia giuridica di Pasquale Concas, sollevando interrogativi sulla giustizia, sulle prove e sui diritti degli imputati.