Un caso tragico ha colpito Milano, dove la Corte d’Assise ha emesso una sentenza che ha fatto discutere: Guido Pozzolini Gobbi Rancilio è stato assolto per vizio totale di mente in relazione all’omicidio della madre, Fiorenza, una donna di 73 anni e ereditiera di una nota famiglia di immobiliaristi. L’episodio, avvenuto il 13 dicembre 2023, ha messo in luce tematiche complesse legate alla salute mentale e alla responsabilità penale. I giudici hanno riconosciuto incapacità di intendere e volere da parte dell’imputato, affetto da schizofrenia paranoide.
Le circostanze dell’omicidio
L’omicidio, avvenuto in pieno centro a Milano, ha gettato una luce inquietante su una situazione familiare segnata da gravi problemi psichiatrici. Guido Pozzolini colpì la madre alla testa con un manubrio da palestra in un momento di profondo delirio. Secondo la ricostruzione dei fatti, il 36enne non era in grado di comprendere la natura delle sue azioni al momento del crimine, condizionato da una condizione di salute mentale che lo persecuitava da anni.
Il procuratore Ilaria Perinu ha richiesto l’assoluzione di Pozzolini sostenendo che l’atto omicida non fosse un gesto voluto, ma il risultato di una malattia che ha rivolto la sua violenza contro i familiari, in modo particolare verso la madre. La Corte ha accolto le considerazioni degli esperti, tra cui lo psichiatra Ranieri Rossetti, il quale ha attestato che la schizofrenia paranoide di Rancilio fosse sfociata in un atteggiamento di aggressività nei confronti della madre, contribuendo quindi alla decisione di assolverlo.
La situazione psichica di Guido Pozzolini
Guido è in cura da tempo per disturbi psichiatrici ed è attualmente in una Rems, una struttura di sicurezza per detenuti con problemi mentali. La Corte ha disposto per lui una misura di sicurezza della durata di dieci anni, solo parzialmente in accordo con la difesa e l’accusa che si sono trovate su un terreno comune. Durante il processo, il legale di Pozzolini, Francesco Isolabella, ha descritto il suo assistito come una vittima della sua malattia, evidenziando il conflitto interiore che lo ha portato a uccidere l’unica persona che lo sosteneva.
Isolabella ha evidenziato anche il carattere non aggressivo di Rancilio nel suo stato normale, sottolineando che la pericolosità sociale potesse manifestarsi solo in situazioni di crisi. L’avvocato ha chiesto delle alternative terapeutiche per il suo assistito, suggerendo cure meno restrittive sebbene fossero necessarie misure di contenimento per prevenire ulteriori episodi di violenza.
Il contesto legale e le reazioni
La Corte ha deciso di non richiedere ulteriori perizie psicologiche, mostrando fiducia nelle valutazioni fornite dagli specialisti già presenti. L’assoluzione per vizio di mente ha suscitato reazioni diversificate, con parte della famiglia di Fiorenza che ha revocato la richiesta di costituzione di parte civile, ritenendo non vi fosse conflittualità o esigenze economiche sottostanti. Gli avvocati della famiglia hanno spiegato che il loro intervento era mirato a esplorare le dinamiche che avevano portato a questo tragico evento.
Guido Pozzolini, durante il processo, ha assistito in videocollegamento, dopo essere stato trasferito nella Rems a seguito di un lungo periodo di ricovero ospedaliero sotto sorveglianza. Al momento dell’omicidio, la madre era stata trovata nel salotto di casa, avvolta in una coperta, con evidenti tracce di violenza. La sua scomparsa ha segnato profondamente la vita di Pozzolini, stravolto dal dolore e dall’incapacità di affrontare la propria patologia mentale.
Le attese sulla sentenza
La Corte ha stabilito che le motivazioni alla base della sentenza verranno rese note entro 90 giorni. Questo lasso di tempo porterà il pubblico e le parti coinvolte a riflettere su un caso che, oltre a essere un dramma familiare, solleva interrogativi importanti sulla legislazione italiana riguardante la salute mentale e le conseguenze legali delle patologie psichiatriche. L’assoluzione di Pozzolini pone interrogativi su come il sistema giudiziario si rapporta con la salute mentale e quale sostegno possa essere offerto a chi vive situazioni simili.
Il caso di Guido Pozzolini Gobbi Rancilio resterà presente nel dibattito pubblico, evidenziando la necessità di un maggiore supporto alle persone con malattie mentali e il loro inserimento nella comunità in modo sicuro e umano.