Una comunità e una memoria ferita. Ad Acquappesa, in provincia di Cosenza, una targa commemorativa eretta in onore delle vittime del Samudaripen, l’eccidio nazista che ha colpito il popolo Rom e Sinti, è stata vandalizzata. L’episodio è avvenuto il 27 gennaio, in concomitanza con le celebrazioni per la Giornata della Memoria, suscitando indignazione e preoccupazione non solo tra i membri della comunità Rom e Sinti, ma anche in tutto il territorio.
La denuncia dell’Ucri e la richiesta di azione
L’Unione comunità Romanès d’Italia ha immediatamente denunciato il danneggiamento della targa, scrivendo una lettera ufficiale al Comune di Acquappesa. La missiva mette in luce la gravità della situazione e chiede un’importante presa di posizione da parte dell’amministrazione locale di condanna nei confronti di tali atti di vandalismo. Gli autori della lettera sottolineano come non ci sia nulla di peggio che tentare di cancellare la memoria storica di un popolo, richiamando l’attenzione sulla triste realtà dell’antiziganismo che affligge ancora oggi molte comunità.
L’ufficio della comunità Romanès ha chiesto non solo il ripristino della targa, ma anche un impegno concreto nella cura e nella memoria delle persone colpite dall’eccidio. La lettera esprime il profondo dolore della comunità per l’accaduto, evidenziando il valore intrinseco della memoria storica, così essenziale per la prevenzione dell’odio e della discriminazione.
Le reazioni della comunità e i richiami al rispetto della memoria
L’atto vandalico ha innescato una reazione forte e chiara da parte di diversi portavoce della comunità Rom e Sinti. Santino Spinelli, figura di spicco nel movimento, ha definito l’accaduto come un’azione vile e deplorevole. Spinelli, che ricopre anche il ruolo di vicepresidente della Romanì Union Internazionale, ha evidenziato l’importanza di non dimenticare le sofferenze del passato per onorare la memoria delle vittime.
“Questo atto è di una gravità inaudita,” ha affermato Spinelli, mentre invitava l’amministrazione a prendersi la responsabilità di vigilare e proteggere i simboli di memoria. La presenza e la cura di monumenti commemorativi è essenziale per una società che si propone di imparare dalla storia e di combattere contro qualsiasi forma di discriminazione.
La richiesta di sostituire la targa dedicata al Samudaripen con una che onori ogni tipo di vittima, menzionata nel contesto locale, evidenzia un dialogo aperto e complesso sulla memoria condivisa e sulla necessità di riconoscere le sofferenze di tutte le comunità oppresse.
La risposta delle autorità e l’accertamento dei fatti
In risposta al vandalismo avvenuto ad Acquappesa, le forze dell’ordine, in particolare i carabinieri, hanno avviato accertamenti per identificare i responsabili di questo gesto. La speranza è che le indagini portino a una rapida risoluzione, affinché gli autori di questo attacco alla memoria collettiva possano essere chiamati a rispondere delle loro azioni.
Questi eventi non sono isolati. Un simile atto di vandalismo si era già verificato nel 2020 a Lanciano, dove una statua dedicata alle vittime dell’Olocausto era stata imbrattata. Questi episodi indicano chiaramente che la società deve rimanere vigile e unita nella lotta contro l’odio e la violenza, tutelando così la memoria di chi ha sofferto in passato.
La battaglia per il rispetto e la memoria del popolo Rom e Sinti è più attuale che mai, e ogni vandalismo deve servire da monito per una maggiore consapevolezza e educazione su temi delicati come la memoria storica, i diritti civili e la lotta contro l’antiziganismo.