Attivista Femen tenta di sottrarre il bambinello dal presepe in Vaticano: fermata dalla polizia

Attivista Femen tenta di sottrarre il bambinello dal presepe in Vaticano: fermata dalla polizia

Un’attivista ucraina del gruppo Femen ha tentato una provocazione in Vaticano per denunciare la crisi umanitaria in Ucraina, ma è stata arrestata dalla sicurezza dopo un gesto audace vicino al presepe.
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Attivista Femen tenta di sottrarre il bambinello dal presepe in Vaticano: fermata dalla polizia - Gaeta.it

Un’azione sorprendente ha scosso il Vaticano a mezzogiorno. Un’attivista del gruppo Femen, una nota organizzazione femminista, ha cercato di compiere un gesto provocatorio, avvolta da uno spirito di protesta per la situazione in Ucraina. La giovane, una 28enne di nazionalità ucraina, è diventata protagonista di un evento che ha attirato l’attenzione degli agenti della sicurezza vaticana e dei passanti, suscitando immediata curiosità e preoccupazione.

L’incursione in Vaticano

L’episodio ha avuto luogo proprio nei pressi della Basilica di San Pietro, un luogo simbolico che attira migliaia di turisti ogni giorno. Il blitz ha avuto inizio quando l’attivista, coperta solo da un giubbotto, ha scavalcato la recinzione di protezione, sfidando le norme di sicurezza del luogo sacro. Prima di lanciarsi verso il presepe allestito nel cuore della piazza, la giovane si è spogliata, restando con indosso solo i pantaloni. Con un urlo che rimbombava nell’aria “Save the children of Ucrain”, ha tentato di raggiungere il bambinello, un simbolo di speranza e vita, ma la sua missione è stata bloccata.

Le immagini di questa audace incursione sono rapidamente rimbalzate sui social media, generando un acceso dibattito sull’azione e sull’intento dell’attivista. Mentre alcuni la vedono come una provocazione necessaria per attirare l’attenzione su una crisi umanitaria, altri la considerano una violazione del rispetto che merita un luogo sacro come il Vaticano.

L’intervento della sicurezza

Subito dopo il tentativo di avvicinarsi al presepe, gli agenti dell’ispettorato del Vaticano hanno prontamente bloccato la donna. È stata arrestata con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale. L’intervento della polizia è stato tempestivo, evitando non solo che la 28enne raggiungesse il luogo preposto alla rappresentazione della Natività, ma anche che la situazione degenerasse in un alterco più serio.

Il fermo della giovane attivista ha sollevato interrogativi sulla sicurezza all’interno della Città del Vaticano, un luogo che, pur essendo visitato ogni giorno da un gran numero di persone, è normalmente ritenuto estremamente sicuro. Gli uomini della sicurezza sono ora intenti a rivedere le procedure di controllo per garantire che simili episodi non possano ripetersi in futuro.

Le conseguenze legali

Dopo l’arresto, l’attivista sarà sottoposta a un processo tramite direttissima, previsto per il giorno successivo. Durante questo incontro, il pubblico ministero Saverio Francesco Musolino dovrà decidere se aggiungere ulteriori capi d’accusa, tra cui il tentato furto e atti osceni in luogo pubblico. La norma italiana prevede severe conseguenze per chi compie simili gesti, specialmente in aree di grande rilevanza, come il Vaticano.

L’evento ha riacceso anche il dibattito intorno ai temi della protesta, dei diritti umani e della libertà di espressione. Attivisti e osservatori stanno con attenzione seguendo l’evoluzione della vicenda, che si inserisce in un contesto internazionale di forti tensioni legate alla guerra in Ucraina e all’attivismo a livello globale. Sarà interessante vedere come verrà trattata la posizione legale della giovane e se questo evento porterà a una riflessione più profonda sulle forme di protesta e sul loro significato in contesti delicati.

Ultimo aggiornamento il 27 Dicembre 2024 da Elisabetta Cina

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