Un gesto di violenza inaccettabile ha scioccato la comunità di Bari: due ragazze, immortalate in un video, sono state protagoniste di atti di maltrattamento nei confronti di tartarughe nel parco 2 Giugno. L’episodio ha suscitato indignazione e ha portato all’intervento della Lega Anti Vivisezione , che ha denunciato le giovani alle autorità . La diffusione del video sui social media ha sollevato un ampio dibattito sulla cultura del rispetto verso gli animali e sull’urgenza di azioni più incisive contro tali comportamenti.
Un atto di violenza contro gli animali
Nel parco 2 Giugno, uno spazio pubblico molto frequentato, due ragazze hanno deciso di sfogare la loro violenza lanciando una sigaretta contro una tartaruga e prendendo a calci gli animali, cercando di farli cadere in acqua. La scena, ripresa dalla complice, è stata successivamente condivisa su piattaforme social, evidenziando una cultura che sembra minimizzare il rispetto per la vita animale. Annarita D’Errico, responsabile nazionale degli sportelli Lav contro i maltrattamenti sugli animali, ha commentato con sdegno l’accaduto, collegandolo ad altri recenti eventi di maltrattamento animale avvenuti nel Barese.
Nei pressi di Bari, infatti, erano già emersi altri episodi gravi, come il caso del gatto Grey, tragicamente gettato in una fontana gelata, e il maltrattamento di una capretta in un agriturismo. Questi eventi fanno da eco a una problematica che coinvolge non solo Bari, ma molte aree italiane, alimentando una crescente richiesta di maggior attenzione e protezione nei confronti degli animali.
La risposta della Lega Anti Vivisezione
La Lav, dopo aver ricevuto notizie sull’increscioso episodio, ha prontamente agito denunciando le due giovani alle forze dell’ordine. La situazione, oltre ad essere un singolo caso di violenza, rappresenta una manifestazione di un problema più ampio: la violenza sistematica contro gli animali che continua a verificarsi nella nostra società . “Non si può e non si deve parlare di bravata,” ha dichiarato D’Errico. “Questi atti sono violenti e richiedono una risposta ferma.” La legge attuale, secondo l’associazione, non fornisce la protezione necessaria agli animali e non punisce in modo adeguato chi si macchia di simili reati.
Le parole della responsabile Lav sono un chiaro appello a tutti coloro che occupano una posizione di potere: è necessaria una revisione delle normative esistenti riguardanti i reati contro gli animali. Ad esempio, recentemente la Camera ha approvato una proposta di legge per modificare il Codice penale, ma l’associazione ha evidenziato alcune criticità , specialmente rispetto all’aumento delle pene che, a loro avviso, rimane insufficiente.
La necessità di riforme legislative
Lo scorso novembre, una proposta di legge ha ricevuto l’approvazione in prima lettura da parte della Camera, con l’obiettivo di armonizzare e aumentare le pene per i reati contro gli animali. Tuttavia, secondo Lav, questi cambiamenti risultano poco incisivi e rischiano di non apportare le modifiche necessarie alla legislazione attuale. Si sottolinea, in particolar modo, che alcune pratiche come l’uso della catena come strumento di coercizione nei confronti dei cani potrebbero continuare a rimanere impunite sotto la nuova normativa.
Questo scenario ha portato Lav a fare un appello ai senatori della commissione Giustizia, sollecitando di approvare una legge che non solo porti a un aumento delle pene, ma anche alla creazione di meccanismi che evitino le sue lacune. Il messaggio dell’associazione è chiaro: non è sufficiente emettere leggi senza un reale cambiamento nelle pratiche e nelle pene. Solo così sarà possibile garantire una protezione adeguata per tutti gli animali.
Il tentativo di invertire questa deriva violenta nei confronti degli animali passa quindi anche attraverso una sensibilizzazione della società , che deve riportare alla luce il rispetto per la vita animale, evitando che simili episodi vengano banalizzati o derubricati a semplici bravate.