L’arcivescovo di L’Aquila, monsignor Antonio D’Angelo, ha compiuto una visita significativa all’ospedale del capoluogo regionale in occasione della Pasqua. Durante questa mattina, il presule ha condiviso un messaggio di speranza e benedizione con i pazienti e il personale sanitario presente. La visita si è distinta per i momenti di vicinanza e conforto, caratterizzando un evento che unisce spiritualità e assistenza.
Gli auguri di Pasqua al personale sanitario
Nella aula Dal Brollo, monsignor D’Angelo ha rivolto i suoi auguri pasquali al personale dell’ospedale, un gesto che ha voluto esprimere gratitudine e riconoscenza per il lavoro svolto quotidianamente. Insieme a lui, il manager dell’Asl, Ferdinando Romano, e i dirigenti sanitario e amministrativo, Alfonso Mascitelli e Stefano Di Rocco, hanno partecipato attivamente a questo momento di celebrazione. Le parole del prelato hanno sottolineato l’importanza del supporto e dell’impegno dei medici e degli operatori sanitari, specialmente in un periodo di sfide come quello attuale. L’atmosfera era carica di emozioni, con il personale che ha apprezzato il gesto di vicinanza da parte della figura religiosa, che ha saputo incoraggiare e motivare.
La visita nei reparti di cardiologia e geriatria
Dopo gli auguri al personale, monsignor D’Angelo ha visitato i reparti di cardiologia e geriatria, dove ha potuto interagire con i pazienti. La sua presenza ha portato non solo conforto, ma anche un segnale di speranza per coloro che stanno affrontando momenti difficili durante la degenza in ospedale. Nella comunicazione con i degenti, il prelato ha impartito la benedizione e ha offerto parole di supporto, cercando di alleviare la solitudine e il disagio che spesso caratterizzano il periodo di ricovero. In questo contesto, l’arcivescovo ha fatto emergere l’importanza di considerare non solo le cure fisiche ma anche gli aspetti spirituali e umani della guarigione.
Un messaggio di solidarietà
Questa visita si è rivelata un’occasione di sensibilizzazione sul tema della salute e del benessere, suggerendo che nei luoghi di cura, oltre alla medicina tradizionale, c’è un bisogno di umanità e compassione. La figura dell’arcivescovo ha richiamato l’attenzione attorno a un importante messaggio di solidarietà, sottolineando come, anche in una grande struttura ospedaliera, l’aspetto umano riveste un ruolo fondamentale nella guarigione dei pazienti.