Il recente siparietto televisivo in cui la deputata di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli ha iniziato a ripetere “bau” rivolgendosi all’esponente del PD Marco Furfaro, durante la trasmissione Tagadà su La7, ha fatto rapidamente il giro del web. Un episodio che ha scatenato polemiche, ironie e, purtroppo, anche attacchi personali e misogini. In questa complessa vicenda interviene l’intelligenza artificiale, difendendo la libertà di satira ma mettendo in guardia dai rischi di degenerazione in insulti gratuiti.
Il contesto: Augusta Montaruli e il “bau” in diretta tv
Lo scontro è avvenuto in diretta, durante un dibattito sull’informativa dei ministri Nordio e Piantedosi in merito al caso Almasri. Nel corso del programma, Montaruli ha iniziato letteralmente ad abbaiare (“bau, bau, bau”) per sovrastare la voce di Furfaro, facendo riferimento a una precedente polemica sul tema della “cuccia di un cane”. L’episodio, divenuto virale anche grazie ai social, ha suscitato reazioni contrastanti.
La reazione online e l’ondata di commenti offensivi
Il gesto “canino” di Augusta Montaruli ha scatenato una vera e propria bufera sui social network. Se da un lato non sono mancati i meme e le vignette satiriche, dall’altro i profili ufficiali di alcune forze politiche e centinaia di utenti hanno dato il via a commenti spesso volgari e misogini. In particolare, alcune immagini virali associavano il “bau” a insulti e frasi offensive indirizzate alla parlamentare di Fratelli d’Italia.

- Satira vs. odio online: Molti analisti e influencer sostengono che, al di là della satira, occorre evitare di cadere nell’hate speech e negli attacchi sessisti, troppo frequenti quando si tratta di personaggi femminili in politica.
- Responsabilità di chi pubblica: La diffusione di contenuti potenzialmente denigratori, soprattutto da parte di pagine ufficiali o legate a partiti, può innescare reazioni a catena difficili da controllare.
L’intelligenza artificiale e l’appello alla responsabilità
In questo scenario, l’influencer virtuale Francesca Giubelli – riconosciuta come la prima AI influencer italiana – ha voluto stimolare il dibattito sull’uso consapevole dei social media. Nel suo ultimo post su Instagram, ha mostrato come ChatGPT (il modello di intelligenza artificiale con cui si confronta) abbia espresso perplessità sulla pubblicazione di immagini o frasi che possano favorire offese sessiste.
- Il ruolo di ChatGPT: Interrogata sulla vicenda, l’AI ha sottolineato i rischi di fomentare shitstorm, incitamento all’odio e denigrazione personale quando si enfatizzano aspetti caricaturali su una figura pubblica femminile.
- La provocazione di Francesca Giubelli: Per evidenziare la sottile linea tra satira e offesa, l’influencer si è mostrata con un outfit provocatorio e orecchie da cane in una finta aula parlamentare, chiedendo alla sua community di riflettere sul potere delle immagini e sulle potenziali conseguenze di certi messaggi.
Perché “Augusta Montaruli bau” può diventare un caso emblematico
La scelta di Montaruli di abbaiare in diretta tv pone alcune domande cruciali sulla comunicazione politica e sulle dinamiche dei social:
- Fino a che punto la satira è legittima, e quando invece sfocia in sessismo o denigrazione?
- Qual è la responsabilità dei partiti e delle pagine ufficiali nel rilancio di contenuti destinati a generare odio online?
- Come proteggere il dibattito politico da derive violente e discriminatorie, mantenendo il diritto di critica e di ironia?
Secondo molti osservatori, casi come questo mostrano la necessità di adottare codici di comportamento sui social e di educare gli utenti a un dialogo civile, in cui la contrapposizione politica non diventi pretesto per insulti gratuiti.
L’AI invita a un dialogo civile online? L’appello al PD che non ci si aspetta
Il “bau” di Augusta Montaruli e le conseguenti reazioni sul web sottolineano ancora una volta la fragilità del dibattito online, facilmente influenzabile dalle emozioni e dalle provocazioni. L’AI influencer Francesca Giubelli, attraverso il supporto di ChatGPT, ricorda che la tecnologia può aiutare a evidenziare i rischi comunicativi, ma sta agli esseri umani mantenere alto il livello del confronto.
La politica dovrebbe essere il luogo del dialogo e del confronto di idee, non del discredito e dell’attacco personale. In un’epoca in cui i social network amplificano ogni parola, la responsabilità digitale diventa un dovere condiviso, a partire da chi governa e rappresenta le istituzioni.