Un grave e preoccupante fenomeno ha colpito le carceri italiane nel 2024, con un numero di suicidi che ha già raggiunto cifre preoccupanti. Sono oltre sessanta i decessi registrati nei primi sette mesi dell’anno, un incremento significativo rispetto allo stesso periodo del 2023. La situazione è particolarmente drammatica, con il Garante dei detenuti che sottolinea l’impatto devastante di questo trend. L’ultimo caso segnalato è avvenuto a Biella, dove un detenuto albanese di 55 anni ha deciso di porre fine alla sua vita dopo aver avviato uno sciopero della fame, chiedendo di avvicinarsi alla sua famiglia.
Il dramma dei suicidi nelle carceri italiane
Un dato allarmante e in costante crescita
Nel report del Garante dei detenuti, il dato di 61 suicidi dal gennaio 2024 rappresenta un record negativo, con ben ventuno casi in più rispetto all’anno precedente. Questo ritratto desolante evidenzia non solo una crisi individuale ma un sistema penitenziario al collasso. Come evidenziato da Patrizio Gonnella, presidente dell’associazione Antigone, questo è stato uno degli anni con il più alto numero di suicidi dal 1992 a oggi. La tragica fine del detenuto di Biella è sintomatica di un male più profondo che affligge le istituzioni penitenziarie italiane.
La risposta inadeguata della sanità penitenziaria
Recentemente, il detenuto coinvolto nel suicidio era stato portato in ospedale per una visita psichiatrica, ma senza che venisse rilevato un’elevata predisposizione a comportamenti autolesionistici. Questa mancanza di diagnosi potrebbe evidenziare una lacuna nell’assistenza sanitaria nelle carceri, dove le risorse sono spesso limitate. La difficoltà di accesso a cure specialistiche e il sovraffollamento contribuiscono a creare situazioni di alto rischio. I sindacati e le associazioni denunciano che le diagnosi sono spesso superficiali e non affrontano i reali bisogni dei detenuti.
Le voci dal mondo sindacale e le richieste di trasparenza
Un appello alla verità
Le critiche non mancano e provengono da diverse sigle sindacali. Aldo Di Giacomo, segretario del Sindacato di polizia penitenziaria, chiede un’operazione di verità sui dati ufficiali, aggiungendo che molti decessi devono ancora essere chiariti. Tra i “21 decessi di cause ignote”, secondo le sue affermazioni, potrebbero nascondersi ulteriori suicidi, incluse le morti per inalazione di gas. La richiesta di maggiore trasparenza e chiarezza è diventata impellente, poiché l’inciviltà e la mancanza di informazione hanno un impatto significativo su tutta la società.
La grave emergenza delle rivolte
Le problematiche legate al sistema penitenziario non si limitano solo ai suicidi, ma si estendono anche all’emergenza delle rivolte. Leo Beneduci dell’Osapp ha denunciato l’esistenza di sommosse pianificate con risorse senza precedenti, alimentate da una rete di comunicazione clandestina. Tali situazioni mettono a rischio non solo i detenuti, ma anche il personale penitenziario, esponendoli a pericoli quotidiani.
Il profilo dei detenuti e le condizioni di vita
Caratteristiche demografiche dei suicidi
Il report del Garante evidenzia che, tra le 61 persone suicidate, 33 erano italiane e 28 straniere, con una fascia d’età predominante tra i 26 e i 39 anni. Inoltre, molti di questi detenuti erano nella fase iniziale della loro detenzione, con 24 persone in attesa di un primo giudizio e 32 che hanno tolto la vita nei primi sei mesi di carcere. È importante notare che 14 di loro avevano già tentato il suicidio in precedenti occasioni, indicando una mancanza di supporto adeguato nel trattamento e nella sorveglianza di queste persone.
La questione del sovraffollamento
Il sovraffollamento rimane una delle piaghe principali del sistema carcerario, con strutture come quella di Foggia che mostrano l’indice di occupazione più elevato. Altre carceri problematiche includono Varese, Verona e Regina Coeli di Roma. Questa situazione non solo compromette la qualità della vita dei detenuti, ma aumenta anche il rischio di incidenti e suicidi. Gli esperti avvertono che è fondamentale affrontare questa emergenza per garantire un trattamento umano e dignitoso per tutti i detenuti.
La crescente ondata di suicidi nelle carceri italiane è un problema complesso che richiede attenzione e misure urgenti per evitare che i numeri diventino ancora più drammatici.