Aumento degli illeciti ambientali in Italia: il report di Legambiente segnala un anno critico per il Mare nostrum

Aumento degli illeciti ambientali in Italia: il report di Legambiente segnala un anno critico per il Mare nostrum

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Aumento degli illeciti ambientali in Italia: il report di Legambiente segnala un anno critico per il Mare nostrum - Gaeta.it

L’Italia, con le sue meravigliose coste e il mare che la circonda, sta affrontando una grave crisi causata da illegalità ambientali sempre più diffuse. Il report “Mare nostrum 2024” di Legambiente mette in evidenza un preoccupante incremento dei reati ambientali nel 2023, con un aumento significativo rispetto all’anno precedente. L’analisi della situazione rivela le sfide che il paese deve affrontare per proteggere il proprio patrimonio marino dai danni delle attività illecite, in un contesto che mira anche a mantenere viva la memoria del sindaco pescatore Angelo Vassallo, vittima della criminalità.

L’impennata degli illeciti lungo le coste italiane

Dati allarmanti sul crimine ambientale

Secondo il report di Legambiente, il 2023 ha visto un’escalation preoccupante nel numero degli illeciti ambientali, con 22.956 reati accertati dalle forze dell’ordine, segno di un incremento del 29,7% rispetto al 2022. Questo indice rappresenta una media di 8,4 illeciti per chilometro di costa, indicativo di un reato ogni 119 metri. In particolare, l’analisi evidenzia il ciclo illegale del cemento con 10.257 reati , le violazioni legate ai rifiuti che contribuiscono a un mare inquinato e la pesca illegale, con 4.268 illeciti penali . Questi dati mettono in luce il grave stato di salute delle acque italiane e l’urgenza di intervenire.

Le regioni più colpite

Il report evidenzia anche la concentrazione degli illeciti nelle regioni a maggiore presenza mafiosa. La Campania, la Sicilia, la Puglia e la Calabria si attestano come le regioni con il maggior numero di reati, sommandone più della metà del totale nazionale. La Campania, con 3.095 illeciti, e la Sicilia, con 3.061, rappresentano le aree più vulnerabili. Anche il Lazio e la Toscana non sono esenti da questa problematica, con rispettivamente 1.529 e 1.516 reati accertati. Un quadro inquietante che richiede un’attenzione urgente e mirata da parte delle autorità competenti, in modo da invertire questa tendenza pericolosa.

L’azione repressiva e il contrasto alle illegalità

Aumenti significativi nel contrasto criminologico

Nonostante il triste aumento degli illeciti, i dati mostrano anche un miglioramento nell’efficacia delle azioni di repressione. Nel 2023, sono state denunciate 25.545 persone, un incremento del 43% rispetto al 2022, mentre gli arresti sono saliti a 204, segnando un aumento impressionante del 98,1%. I sequestri, anch’essi in crescita, hanno raggiunto un totale di 4.026. Questi risultati indicano un impegno crescente delle forze dell’ordine e delle Capitanerie di porto nella lotta contro i crimini ambientali.

Un panorama complesso da gestire

La pressione su questi territori colpiti è accentuata dal fatto che il 50,3% degli illeciti si concentra nelle regioni precedentemente citate, il che rende evidente la necessità di risorse e strategie mirate per affrontare una criminalità che affonda le radici nel sistema economico e sociale. La risposta governativa e locale deve essere rapida e coordinata, per affrontare un panorama complesso in cui i reati ambientali si intrecciano con le problematiche di criminalità organizzata e abusivismo edilizio.

Proposte per una svolta decisiva

Iniziative di Legambiente per la salvaguardia del patrimonio marino

Di fronte ai dati allarmanti, Legambiente ha elaborato un pacchetto di dieci proposte per affrontare le illegalità che affliggono il territorio italiano. Queste proposte si articolano in quattro aree principali: la lotta contro l’abusivismo edilizio, il miglioramento dei sistemi di depurazione e fognatura, la gestione dei rifiuti e il contrasto alla pesca illegale. Le misure suggerite includono l’abbattimento accelerato di edifici abusivi, adeguate sanzioni per chi smaltisce rifiuti in modo illegale e la creazione di zone vietate per il rilascio di rifiuti in mare.

Un appello alla collaborazione istituzionale

Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, sottolinea la necessità di unire le forze per tutelare il patrimonio marino del paese. Le proposte avanzate mirano a potenziare l’efficacia delle istituzioni, partendo dalla collaborazione tra Comuni, Regioni e Agenzie. Un approccio integrato è fondamentale per garantire un monitoraggio costante delle attività illecite e un’azione di prevenzione e repressione più efficace. Gli strumenti e le sinergie devono essere rafforzati per garantire un futuro sostenibile alle coste italiane, salvaguardando al contempo un bene prezioso che caratterizza il paesaggio e la cultura del Belpaese.

  • Armando Proietti

    Armando è un giovane blogger esperto di cronaca e politica. Dopo aver studiato Scienze Politiche, ha avviato un blog che analizza e commenta gli eventi politici italiani e internazionali con uno stile incisivo e informativo, guadagnandosi la fiducia di un vasto pubblico online.

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