In Friuli Venezia Giulia, i dati riguardanti gli interventi di soccorso su terreni accidentati continuano a salire, in linea con una tendenza già osservata a livello nazionale. Questo fenomeno è particolarmente evidente nell’ambito dell’escursionismo, che da solo rappresenta oltre il 50% degli interventi effettuati da parte dei soccorritori. La situazione solleva interrogativi sulla preparazione degli escursionisti e sull’aumento delle attività svolte in ambienti montani.
L’escursionismo e i suoi rischi
L’escursionismo è considerata una delle attività meno tecniche e potenzialmente pericolose in contesti alpini. Tuttavia, il delegato alpino del Cnsas del Friuli Venezia Giulia, Raffaello Patat, indica che la preparazione gioca un ruolo cruciale. Secondo Patat, chi intraprende attività più complesse come il parapendio, torrentismo, alpinismo o scialpinismo tende a prepararsi con maggiore attenzione e consapevolezza. In confronto, la moltitudine di persone che pratica semplici escursioni, spesso senza l’adeguato bagaglio tecnico, contribuisce in modo significativo al numero degli interventi di soccorso.
Questa tendenza è visibile nei numeri. Nel 2024, sono stati registrati 424 interventi, un dato che segna un incremento significativo rispetto ai 228 interventi del 2014. Non solo, ma questa cifra rappresenta anche una delle quattro volte negli ultimi cinque anni in cui il numero delle missioni supera le 400.
Interventi e statistiche annuali
Nel corso del 2024, i soccorsi hanno coinvolto 447 persone, una riduzione rispetto ai 507 del 2020. Tuttavia, se si guarda al numero delle “giornate uomo”, ovvero il tempo complessivo impiegato dai soccorritori, il dato è di 1522 ore, in crescita rispetto alle 1266 ore del 2014. Il picco di impegno si è registrato nel 2022, con 2052 ore.
Un dato interessante riguarda l’uso dell’elicottero per i soccorsi: quest’anno gli interventi aerei sono stati 72, decisamente inferiori rispetto ai 191 del 2021. Questa diminuzione può indicare una diversa tipologia di intervento o una maggiore capacità di gestire le situazioni di emergenza a terra.
Il quadro dei decessi e delle persone disperse
Nel 2024, il numero di decessi durante le attività in montagna è stato di 20, uno dei più bassi degli ultimi dieci anni. Questa statistica è confortante, ma non deve nascondere il fatto che le chiamate al Nue112, il numero unico per le emergenze, continuano a crescere. Questo aumento potrebbe essere il risultato di una maggior coscienza riguardo alla sicurezza in montagna, o anche un riflesso del crescente afflusso di turisti nelle aree alpine.
Per quanto riguarda le persone disperse, nel 2024 sono stati soccorsi 66 individui, rispetto ai 72 del 2023 e agli 82 del 2022. Gli anni precedenti sono stati contrassegnati da numeri variabili: 60 nel 2021 e 94 nel 2020, durante la pandemia, e 74 nel 2019. I dati evidenziano oscillazioni anche dovute a fattori esterni, come le condizioni meteorologiche, che influenzano l’accessibilità e la sicurezza delle escursioni.
La situazione in Friuli Venezia Giulia offre un quadro complesso da analizzare. Con l’aumento degli interventi di soccorso, è fondamentale ponderare non solo sulla preparazione degli escursionisti, ma anche sulle misure che possono essere adottate per garantire una maggiore sicurezza in montagna. La continua crescita del numero di chiamate al NUE 112 segnala che la sensibilizzazione verso comportamenti più sicuri nelle attività outdoor è più che mai necessaria.