Il crescente aumento dei reati ambientali in Italia nel 2023 ha sollecitato una reazione vigorosa da parte di Legambiente. Con un incremento significativo degli illeciti, i dati emersi hanno destato preoccupazione e sottolineato la necessità di rafforzare le leggi per la protezione dell’ambiente e del patrimonio culturale. Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, ha espresso la necessità di ulteriori interventi legislativi, annunciando proposte concrete per contrastare le ecomafie e garantire un futuro più sostenibile.
Il panorama dei reati ambientali in Italia nel 2023
Nel corso del 2023, l’Italia ha registrato 35.487 reati ambientali accertati, evidenziando un incremento del 15,6% rispetto all’anno precedente. Le ecomafie si sono dimostrate più attive che mai, generando affari illeciti a scapito della salute pubblica e dell’ambiente. La crescita del numero delle denunce , degli arresti e dei sequestri fanno comprendere la gravità della situazione. I reati nel settore del cemento, un’area critica con 13.008 illeciti , comprendono attività illegali come cave abusive e costruzioni non autorizzate, rappresentando il 36,7% di tutti i reati contro l’ambiente.
Particolarmente allarmante è l’aumento dei crimini legati ai rifiuti, con 9.309 reati segnalati, un incremento del 66,1% rispetto al 2022. Questo aumento è attribuito anche a un intensificato controllo delle autorità , con un incremento del 60,8% rispetto agli anni passati. La Campania si conferma, tristemente, la regione con il maggior numero di reati ambientali, con 4.952 casi accertati e un aumento del 23,2%. Napoli si attesta come la provincia con i numeri più elevati, seguita da Avellino, segnando una crescita significativa delle denunce e delle ordinanze di custodia cautelare.
Le proposte di Legambiente per combattere le ecomafie
Legambiente ha delineato una serie di proposte per riformare il sistema di leggi italiane, al fine di rendere le norme più efficaci nella lotta contro le ecomafie. Tra le iniziative più urgenti c’è l’adozione della direttiva europea per la tutela penale dell’ambiente, che entrerà in vigore a maggio 2024. Questa direttiva prevede l’introduzione di nuovi delitti nel Codice penale e la formulazione di una strategia nazionale contro gli ecocrimini, elementi ritenuti fondamentali per il rafforzamento della legislazione ambientale.
Si richiede anche l’approvazione del disegno di legge contro le agromafie, mirato a proteggere il patrimonio agroalimentare, puntando sulla salvaguardia del “made in Italy” e della salute pubblica. È prevista l’introduzione di sanzioni severe per i crimini contro gli animali e i traffici di specie protette, seguendo le direttive comunitarie in materia. Inoltre, è urgente inasprire le sanzioni per la gestione illecita dei rifiuti, trasformando in reati gravi diverse infrazioni attualmente considerate contravvenzionali.
La proposta di adottare un Piano nazionale di lotta all’abusivismo edilizio ha trovato supporto, suggerendo l’impiego di risorse adeguate per la demolizione di edifici costruiti illegalmente e ampliando i poteri delle Prefetture nel gestire ordinanze di demolizione non eseguite. Questi interventi potrebbero migliorare la situazione attuale e contribuire a contenere l’espansione delle ecomafie.
L’importanza di intervenire ora
Con l’emergere di questi dati preoccupanti, la questione della protezione ambientale in Italia si fa sempre più centrale. Le ecomafie continuano a prosperare, minacciando non solo l’ambiente, ma anche la salute dei cittadini e la competitività delle imprese etiche. L’adeguamento delle norme esistenti e l’introduzione di disposizioni rigide non sono più rinviabili. Le proposte avanzate da Legambiente si pongono come un passo fondamentale per orientare il Paese verso una gestione più sostenibile e rispettosa dei valori ambientali e culturali.