Il sistema della giustizia tributaria italiana si trova di fronte a una nuova ed allarmante impennata di ricorsi, che potrebbe compromettere gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza . Con una previsione di circa 200.000 nuovi contenziosi, l’aumento dei ricorsi sta creando un effetto domino sul già saturo sistema della Cassazione. Le statistiche iniziali del 2024 evidenziano tratti preoccupanti, con un incremento notevole delle cause di primo grado rispetto allo scorso anno.
L’esplosione dei ricorsi nel 2024
Cifre allarmanti e fattori scatenanti
Nel 2024 si prevede un’accelerazione senza precedenti nel numero di ricorsi tributari. Secondo le stime diffuse da ambienti ministeriali, il dato potrebbe salire da 138.377 a circa 200.000 nuove liti. Tale crescita, definita da alcuni esperti “pessimistica”, riflette le difficoltà già riscontrate nel primo semestre dell’anno. Tra gennaio e giugno 2024, infatti, sono state registrate 109.727 nuove cause di primo grado, con un aumento radicale del 34,53% rispetto ai 81.564 dell’anno precedente.
Le misure adottate per gestire il contenzioso, ovvero l’abrogazione della mediazione e della definizione agevolata, si sono rivelate controproducenti. Chi ha scelto di non aderire a tali provvedimenti si è visto riconoscere una sospensione di 11 mesi per la presentazione dei ricorsi, creando un accumulo esponenziale di nuove liti nel 2024. Mentre l’abrogazione della mediazione ha messo fine alla possibilità di trovare accordi tra le parti, aumentando il numero di contenziosi che giungono direttamente ai tribunali.
Impatto sull’amministrazione della giustizia tributaria
Conseguenze sul sistema giuridico
L’aumento dei ricorsi sta sollevando importanti interrogativi a livello politico e giuridico. L’Unione Europea aveva chiesto all’Italia di ridurre il numero impressivo di ricorsi alla Cassazione entro il 2022. Tuttavia, la realtà dei fatti mostra un panorama imprevedibile e allarmante nel 2024, con un numero di liti che è costantemente aumentato, facendo sfumare gli impegni precedentemente assunti.
Il sistema giudiziario si prepara ad affrontare una situazione complessa, mentre il primo concorso per giudici professionisti è previsto solo per il 2026. Nel frattempo, il governo sta preparando un piano di accorpamenti delle Corti e riduzioni delle sezioni distaccate, provvedimenti che potrebbero aggravare ulteriormente la situazione.
La risposta delle Corti e dei contribuenti
Per cercare di assorbire il flusso inarrestabile di ricorsi, le Corti italiane stanno implementando strategie di risposta. Da un lato, i giudici, che continuano a lavorare a tempo parziale, sono riusciti a definire più di 85.995 ricorsi tra gennaio e giugno. Tuttavia, questa produttività non è proporzionale alla qualità delle sentenze, aumentando il rischio di ulteriori impugnazioni nei successivi gradi di giudizio.
Inoltre, il numero di ricorsi arretrati è in costante crescita, salendo dai 157.896 del 31 dicembre 2023 a 181.765 entro il secondo trimestre del 2024. I contribuenti si trovano quindi in una situazione complessa, intrappolati in un sistema che non riesce a garantire celerità e certezza nel dirimere le controversie fiscali.
Interventi del governo e prospettive future
Azioni del viceministro dell’economia
Il 16 aprile 2024, Maurizio Leo, viceministro dell’Economia, ha partecipato a un incontro del Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria, esprimendo preoccupazione per il notevole incremento del contenzioso. Nel primo trimestre del 2024, rispetto al periodo dell’anno precedente, si era registrato un incremento del 38% delle nuove cause. Durante il suo intervento, Leo ha sottolineato la necessità di adottare misure deflattive per alleviare la pressione sul sistema giudiziario.
Le proposte in discussione includono l’estensione della conciliazione alla Cassazione e l’introduzione del litisconsorzio necessario per limitare la proliferazione di cause fac-simile. Tuttavia, l’efficacia di tali misure sarà valutabile solo a fine anno, in un contesto di emergenza che richiede soluzioni immediate e efficaci.
L’orizzonte che si prospetta per il sistema tributario italiano continua a delinearsi come un campo di battaglia, dove la giustizia fiscale e la capacità di risolvere rapidamente le controversie si trovano messe a dura prova. Riuscirà l’Italia a domare l’ondata di ricorsi prima che sia troppo tardi? Solo il tempo darà una risposta a questa cruciale domanda.