Negli ultimi mesi, si è registrato un preoccupante incremento delle aggressioni nei confronti di medici e personale sanitario in Lombardia. I dati riportati dalla Regione Lombardia rivelano un aumento del 17,7%, passando da 4.836 a 5.690 episodi. Sebbene la maggior parte di questi eventi siano di natura verbale, un quarto delle aggressioni, che corrisponde a 1.144 episodi, ha comportato atti fisici. Questi dati sono stati resi noti in occasione della giornata contro la violenza ai sanitari, sottolineando l’importanza di affrontare questa problematica.
Iniziative per la tutela degli operatori sanitari
Con l’obiettivo di garantire maggiore sicurezza al personale sanitario, la Regione Lombardia ha avviato diverse iniziative per incentivare le denunce e migliorare la protezione degli operatori. Tra le misure adottate, vi sono l’installazione di pulsanti di emergenza collegati alle forze dell’ordine negli ospedali e la sperimentazione di un innovativo orologio dotato di pulsante SOS, indossato dai professionisti della salute. Questo dispositivo è attualmente in fase di prova all’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e presso l’ASST di Pavia.
Un’altra iniziativa degna di rilievo è la campagna di sensibilizzazione “Rispetta chi soccorre”, che mira a educare la popolazione sull’importanza del rispetto per chi lavora in condizioni di grande stress e responsabilità. L’assessore al Welfare Guido Bertolaso ha spiegato come l’adeguamento del sistema di registrazione delle aggressioni abbia consentito di raccogliere dati più precisi e di monitorare meglio la situazione. La conferenza stampa ha visto la partecipazione di altri funzionari e professionisti del settore sanitario, sottolineando il coinvolgimento collettivo nella lotta contro la violenza.
Chi sono gli aggressori e dove avvengono gli episodi
Il profilo degli aggressori è vario, con il 67,8% degli episodi che coinvolgono direttamente gli utenti e il 25,6% i familiari. Questa dinamica mette in luce la fragilità del rapporto tra il personale sanitario e la comunità, evidenziando la necessità di creare un ambiente lavorativo più sicuro. Inoltre, i dati mostrano che il 60,3% delle aggressioni riguarda gli infermieri, una cifra che è rimasta stabile rispetto all’anno precedente. Dall’altro lato, le aggressioni nei confronti dei medici sono cresciute considerevolmente, dal 17,3% al 21,8%.
Un dato interessante è la diminuzione degli episodi di violenza nei pronto soccorso, scesi dal 31,2% del 2023 al 25,2% del 2024. Tuttavia, gli orari in cui si registrano le aggressioni sembrano essere distribuiti in modo uniforme nelle diverse fasce della giornata, con un picco di pericolosità nelle ore notturne. Bertolaso ha quindi proposto l’idea di istituire un’unità di polizia in ogni ospedale, attiva 24 ore su 24, come ulteriore misura di protezione per gli operatori.
Collaborazione con le istituzioni per la sicurezza
In merito alla sicurezza negli ambienti di lavoro sanitari, le autorità lombarde stanno collaborando con il Viminale per fornire soluzioni concrete. Parte del progetto include l’installazione di un sistema di videosorveglianza in parcheggi, corridoi e reparti di pronto soccorso, così da garantire una sorveglianza costante. L’assessore alla Sicurezza Romano La Russa ha annunciato che oltre tre milioni di euro sono stati stanziati per questa iniziativa, che mira a fortificare la sicurezza nelle strutture sanitarie più vulnerabili.
Attualmente, gli operatori di AREU hanno già ricevuto bodycam per documentare le loro attività, rendendo così più difficile per gli aggressori sfuggire alle conseguenze delle loro azioni. Questi passi segnano un impegno serio da parte della Regione Lombardia per proteggere gli eroi quotidiani della sanità e per garantire un ambiente di lavoro più sicuro e rispettoso.