A gennaio 2025, si segnala un incremento dell’indice destagionalizzato della produzione industriale, con un aumento del 3,2% rispetto al mese precedente, dicembre. Tuttavia, quando si considerano gli effetti del calendario, il dato generale mostra una diminuzione dell’0,6% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, evidenziando una tendenza negativa che dura da ben 24 mesi. La rilevazione è stata fornita dall’Istat, che pone l’accento sull’andamento contrastante tra il balzo mensile e la flessione annua.
Andamento della produzione industriale
Secondo l’Istat, la produzione industriale di gennaio ha mostrato un significativo aumento rispetto a dicembre, un dato che, purtroppo, non compensa la continua contrazione che si registra nel lungo termine. È essenziale notare che il calo su base annua si verifica principalmente a causa della differenza nei giorni lavorativi; gennaio 2025 ha avuto 21 giorni lavorativi, rispetto ai 22 del 2024. Questo fattore, secondo gli analisti, ha influito sull’andamento generale, segnando la 24esima flessione consecutiva su base annua, sebbene meno marcata rispetto ai mesi precedenti.
Se si esclude l’aggregato relativo all’energia, che ha registrato una flessione, la performance mensile risulta positiva per i principali settori industriali. La crescita in questo contesto suggerisce che l’industria potrebbe avere delle risposte più propositive a breve termine, anche se la contrazione tendenziale rimane un segnale allarmante. Con particolare attenzione all’industria di beni durevoli e non durevoli, risulta evidente un miglioramento, mentre il settore dell’energia mostra segni di rallentamento.
Settori in difficoltÃ
L’analisi dei diversi comparti industriali rivela che alcuni settori continuano a soffrire. In particolare, nel confronto tendenziale, si registrano flessioni significative nella fabbricazione di mezzi di trasporto, che segnano un forte -13,1%. Anche il settore tessile, abbigliamento, pelli e accessori soffre, con una riduzione del -12,3%. Infine, la produzione di coke e prodotti petroliferi raffinati registra un calo del -6,2%.
Questi numeri dimostrano che, sebbene l’aumento mensile possa generare aspettative positive, le difficoltà economiche globali e locali continuano a pesare sui settori produttivi più tradizionali. Le problematiche legate all’approvvigionamento delle materie prime, i costi energetici e le incertezze geopolitiche giocano un ruolo cruciale nel delineare il futuro della produzione industriale.
L’Istat, facendo riferimento ai dati, suggerisce che affrontare queste avversità potrebbe richiedere interventi strategici e una pianificazione attenta da parte degli operai e delle imprese, al fine di mitigare l’impatto delle crisi e incentivare una ripresa che sia più sostanziale e duratura.