Aumento dell’accesso a smartphone e social media tra i bambini italiani: dati preoccupanti nel 2025

Aumento dell’accesso a smartphone e social media tra i bambini italiani: dati preoccupanti nel 2025

L’uso di smartphone e social media tra i bambini e preadolescenti in Italia cresce rapidamente, sollevando preoccupazioni su benessere psico-sociale, cyberbullismo e competenze digitali in un contesto sempre più complesso.
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Aumento dell’accesso a smartphone e social media tra i bambini italiani: dati preoccupanti nel 2025 - Gaeta.it

L’uso degli smartphone e dei social media da parte dei bambini in Italia ha registrato un incremento significativo nel corso degli ultimi anni, secondo un rapporto di Save the Children. Le statistiche indicano un cambiamento rilevante nelle abitudini digitali dei più giovani, con implicazioni che meritano attenzione, specialmente considerando i potenziali rischi associati. La crescente familiarità con la tecnologia tra i bambini suscita interrogativi sul benessere psico-sociale di questa fascia di età.

L’uso quotidiano degli smartphone dai 6 ai 10 anni

In Italia, più di un bambino su tre, il 32,6% esattamente, appartenente alla fascia di età tra i 6 e i 10 anni, utilizza lo smartphone ogni giorno. Questo dato segna un aumento rispetto al 18,4% riferito nel periodo 2018-2019. La crescita è particolarmente evidente nel Sud e nelle Isole, con il 44,4% dei bambini che usano quotidianamente questo dispositivo, un valore nettamente superiore rispetto al 23,9% del Nord. La crescente presenza di smartphone tra i più piccoli solleva interrogativi sulla gestione del tempo trascorso online e sulla qualità delle interazioni sociodigitali in un periodo in cui la comunicazione visiva prevale su quella verbale.

La connessione dei preadolescenti sui social

La situazione non migliora se si guarda al comportamento dei preadolescenti, che tra gli 11 e i 13 anni rappresentano una fascia demografica sempre più esposta ai social network. Il 62,3% di questi ragazzi ha almeno un profilo social, con il 35,5% che utilizza più piattaforme. Nonostante la legislazione italiana ed europea, che stabilisce una soglia di almeno 14 anni per l’apertura di un account sui social, i dati mostrano una realtà diversa. Una parte consistente di questa popolazione è attivamente connessa, con un 31,3% che interagisce frequentemente con amici tramite messaggi e videochiamate. Queste abitudini digitali non sono prive di conseguenze. L’82,2% usa internet per inviare messaggi, mentre oltre il 40% scambia email. Interagire online ha il potenziale di influenzare il comportamento dei preadolescenti, portando a forme di ansia e dipendenza.

I pericoli del cyberbullismo e adescamento online

Il cyberbullismo gioca un ruolo inquietante tra i rischi della vita online. I dati della Polizia Postale hanno evidenziato un incremento del 12% dei casi di cyberbullismo nel 2024, con 319 casi registrati rispetto ai 284 del 2023. La fascia più colpita è quella tra i 14 e i 17 anni, rappresentando il 68,9% del totale. Altri fenomeni preoccupanti, come l’adescamento di minori e la pedopornografia online, hanno visto un aumento significativo: nel 2024, sono stati 370 i casi di adescamento, aumentando del 5% rispetto all’anno precedente. Comprendere questi fenomeni e i loro effetti sui minori è cruciale per sviluppare strategie efficaci di prevenzione e educazione.

Le competenze digitali tra luci e ombre

A dispetto di una crescente esposizione ai rischi digitali, le competenze digitali dei ragazzi italiani stanno mostrando segni di miglioramento. L’indagine Icils del 2023 ha rivelato che il 14% degli studenti di terza media non possiede le competenze digitali minime, un miglioramento rispetto al 24% del 2018. Tuttavia, le differenze territoriali rimangono significative. Nel Nord Ovest solo l’8% degli studenti non ha raggiunto le competenze adeguate, ma il numero sale al 32% nelle Isole. Questo evidenzia la necessità di interventi mirati che possano colmare il divario esistente e garantire che tutti i giovani abbiano accesso a un’educazione digitale di qualità.

La situazione attuale mette in luce sfide e opportunità per la società italiana, chiamata a riflettere sulle modalità di inserimento dei giovani nel mondo digitale, garantendo al contempo la protezione e lo sviluppo delle loro competenze.

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