Aumento delle misure cautelari per violenza di genere in provincia di Ancona: un imperativo sociale

Aumento delle misure cautelari per violenza di genere in provincia di Ancona: un imperativo sociale

Aumento del 40% delle richieste di misure cautelari per maltrattamenti e violenza di genere nelle Marche, con focus su violenza psicologica. Necessaria una maggiore cooperazione tra enti per la prevenzione.
Aumento delle misure cautelari Aumento delle misure cautelari
Aumento delle misure cautelari per violenza di genere in provincia di Ancona: un imperativo sociale - Gaeta.it

Negli ultimi quattro anni, la Procura di Ancona ha registrato un considerevole aumento delle richieste di misure cautelari riguardanti reati di maltrattamento e violenza di genere. Questi dati sono stati condivisi dalla Procuratrice aggiunta Valentina D’Agostino durante la presentazione della relazione 2024 dell’Osservatorio provinciale sulla violenza di genere. Questo documento, unico nel suo genere in Italia, esamina non solo le denunce ma anche le misure preventive messe in atto per tutelare le vittime.

Crescita delle denunce e tipologie di violenza

Tra il 2020 e il 2023, le richieste per misure cautelari legate alla procedura di “Codice rosso” sono aumentate del 40%. I dati, forniti dalla Procura, rivelano che nel 2023 si sono verificati 748 casi nelle Marche, di cui 183 nella sola provincia di Ancona. Le statistiche evidenziano l’ampia gamma di violenze subite dalle donne. La violenza psicologica risulta la più comune, rappresentando il 91,8% a livello regionale e l’80,9% ad Ancona. Seguono, in ordine di gravità, la violenza fisica , le minacce , la violenza economica e lo stalking . Meno frequenti, ma comunque allarmanti, sono stati anche i casi di stupro o tentato stupro che hanno visto una rilevanza pari al 7,4% a livello regionale e all’8% nella provincia di Ancona. L’attenzione si è concentrata anche su fenomeni specifici come il matrimonio forzato, gli aborti forzati e la tratta a fini di sfruttamento sessuale, evidenziando l’ampiezza del problema.

L’allerta del Prefetto e l’impulso alla prevenzione

Durante la presentazione, il Prefetto Saverio Ordine ha messo in guardia contro il fenomeno della violenza sulle donne, definendolo come uno dei principali motivi di preoccupazione sociale. Ha descritto le segnalazioni per codice rosso come “moralmente disgustose” e ha sollevato interrogativi su quanto il nostro paese possa considerarsi davvero sicuro. Ha insistito sull’importanza di progettare interventi mirati a garantire che le donne si sentano protette e sicure nel denunciare violenze. Ordine ha sottolineato che è necessario lavorare a livello culturale, coinvolgendo anche scuole e famiglie, per smantellare la mentalità secondo cui una donna possa essere considerata proprietà di un uomo.

Un osservatorio per il dialogo tra enti istituzionali

La presentazione dell’osservatorio ha visto la partecipazione di vari soggetti istituzionali con l’obiettivo di migliorare la comunicazione e la cooperazione tra enti. La Capo di Gabinetto della Prefettura, Simona Calcagnini, ha accennato al significato di questo progetto, sottolineando il bisogno di far dialogare i vari enti per affrontare concretamente il fenomeno della violenza di genere. La collaborazione si dimostra cruciale, poiché una delle principali difficoltà è la mancanza di comunicazione tra i diversi attori coinvolti. L’auspicio è di estendere questo modello anche a livello regionale.

Struttura del documento e partecipazione della rete provinciale

Il documento redatto dall’osservatorio è strutturato in quattro capitoli: Contesto, Fenomeno, Protezione e Prevenzione, ognuno curato da esperti del settore. Questo approccio multidisciplinare è essenziale per comprendere a fondo la problematica e pianificare azioni efficaci. La ricerca si avvale di contributi provenienti da diverse istituzioni, tra cui magistratura, forze dell’ordine, università e numerosi servizi locali dedicati, evidenziando un impegno collettivo nella lotta contro la violenza di genere.

In un contesto così complesso, è evidente la necessità di unire le forze e promuovere una cultura di rispetto e sicurezza che possa effettivamente tutelare le vittime e prevenire futuri abusi.

Ultimo aggiornamento il 28 Novembre 2024 da Elisabetta Cina

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