Aumento delle tariffe doganali: le imprese italiane a rischio con la nuova legislazione statunitense

Aumento delle tariffe doganali: le imprese italiane a rischio con la nuova legislazione statunitense

Le nuove tariffe doganali statunitensi mettono a rischio le esportazioni italiane, con perdite stimate tra 5 e 8 miliardi di euro, colpendo in particolare i settori agroalimentare e moda.
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Aumento delle tariffe doganali: le imprese italiane a rischio con la nuova legislazione statunitense - Gaeta.it

Le recenti modifiche alle tariffe doganali imposte dagli Stati Uniti minacciano di compromettere il benessere delle imprese italiane che esportano verso questo mercato. Con un valore commerciale annuale che va dai 50 ai 70 miliardi di euro, il settore italiano potrebbe affrontare perdite significative, stimate tra i 5 e 8 miliardi di euro, pari all’11,5% circa del fatturato.

Estremi danni per il settore agroalimentare

Il comparto agroalimentare, uno dei più colpiti dalle nuove misure commerciali, genera un’export di circa 5-6 miliardi di euro verso gli Stati Uniti. Le previsioni indicano una riduzione della domanda tra il 5 e il 10%. Questo potrebbe tradursi in perdite consistenti, calcolate tra 250 e 600 milioni di euro. A farne le spese maggiormente sono i produttori di vino, che potrebbero affrontare perdite significative tra 400 e 600 milioni di euro. Anche il settore dei formaggi subisce pesanti conseguenze, con una stima di perdite tra 100 e 150 milioni di euro. Questi numeri evidenziano come le nuove tariffe impattino diverse tipologie di prodotti italiani, con un effetto a catena sull’intera filiera agroalimentare.

Moda e lusso: un settore in crisi

Il settore della moda e del lusso, che può contare su un export di circa 12 miliardi di euro, non è immune da questi cambiamenti. Si prevede una flessione delle vendite che potrebbe oscillare tra 600 e 1.200 milioni di euro. Questo particolare ambito di mercato è fondamentale per molte piccole e medie imprese italiane che si sono costruite una reputazione a livello internazionale. La riduzione della domanda negli Stati Uniti, uno dei mercati di punta per i prodotti di alta gamma, porterebbe non solo a un calo delle vendite, ma anche a una potenziale revisione delle strategie aziendali, con possibili ripercussioni sull’occupazione.

Manifattura e altri settori a rischio

Anche la manifattura si trova a dover affrontare sfide significative. Con un volume di esportazione compreso tra 10 e 15 miliardi di euro, questo settore potrebbe subire perdite tra 500 e 1.500 milioni di euro. I macchinari e i componenti per il settore automobilistico sono tra i più vulnerabili a questa nuova realtà commerciale. Data l’importanza della manifattura per l’economia italiana, è emblematico come la vulnerabilità agli shock commerciali possa influire sull’intero tessuto produttivo del Paese.

Impatti su piccole e medie imprese

Le circa 10.000 imprese italiane che esportano verso gli Stati Uniti, di cui il 70% sono piccole e medie imprese , si trovano di fronte a una contrazione media del fatturato tra il 5 e il 7%. Questo si traduce in una perdita di ricavi compresa tra 300.000 e 500.000 euro per ogni azienda. Molte di queste imprese potrebbero essere costrette a rivedere i propri piani di investimento o addirittura a ridurre il personale. La ricerca di mercati alternativi diventa cruciale per la sopravvivenza di questi business, che ora devono fronteggiare un periodo di incertezze senza precedenti.

Le nuove tariffe doganali degli Stati Uniti segnano un punto di svolta per le exportazioni italiane, lasciando le imprese a riflettere sulle prossime strategie di mercato e opportunità di crescita in un contesto globale sempre più complesso.

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