Le autorità giudiziarie del Belgio hanno avviato una procedura per la revoca dell’immunità di due eurodeputate italiane, Elisabetta Gualmini e Alessandra Moretti, nell’ambito dell’inchiesta conosciuta come Qatargate. La notizia, confermata alle agenzie di stampa, ha acceso i riflettori su un’inchiesta che dura da oltre due anni e coinvolge alcuni noti esponenti politici. Le due eurodeputate hanno manifestato la loro intenzione di autosospendersi dal gruppo dei Socialisti e Democratici per garantire una collaborazione completa con la magistratura.
Richiesta di revoca dell’immunità e autosospensione
In un comunicato rilasciato all’ANSA, Gualmini e Moretti hanno spiegato di voler dimostrare la loro totale estraneità a qualsiasi ipotesi di corruzione. La richiesta di revoca della loro immunità è stata presentata all’ufficio di presidenza del Parlamento europeo e verrà ufficialmente presentata durante la plenaria del 10 marzo a Strasburgo. Quest’assemblea darà il via a un processo che coinvolgerà la commissione Affari giuridici del Parlamento. Con questa decisione, le eurodeputate intendono rendersi disponibili per ogni necessità di indagine, rafforzando la loro trasparenza rispetto alle accuse avanzate.
La scelta di autosospendersi rappresenta un passo significativo. Entrambe le eurodeputate hanno ricevuto la solidarietà dal gruppo degli eurodeputati del Partito Democratico, che ha espresso sostegno politico e umano. La situazione attuale si inserisce in un contesto di crescente attenzione nei confronti di procedimenti giudiziari che mettono in discussione l’integrità delle istituzioni europee.
La complessità del caso Qatargate
L’inchiesta Qatargate ha preso piede circa due anni fa, con un blitz della polizia belga che ha portato all’arresto di figure chiave nel mondo della politica europea, tra cui l’ex eurodeputato Pier Antonio Panzeri e altri esponenti, come l’ex vicepresidente dell’Europarlamento Eva Kaili. Le indagini sono incentrate su un presunto giro di corruzione che coinvolge rapporti tra Bruxelles e paesi come il Qatar e il Marocco. Nonostante il tempo trascorso, l’inchiesta sembra avere preso una piega stagnante, senza scadenze definite per il prosieguo delle indagini o per una possibile archiviazione.
Nel 2023, diversi indagati sono stati rilasciati dopo mesi di detenzione, incrementando la percezione di un rallentamento dell’inchiesta. Negli ultimi mesi, la lista dei nomi coinvolti ha cominciato ad allargarsi nuovamente, con l’emergere di nuovi assistenti legati al gruppo S&D. Questo evolversi della situazione solleva interrogativi sulla gestione delle indagini e sulla tempestività delle decisioni giudiziarie in un caso così delicato.
Nuove accuse e sviluppi nel procedere delle indagini
Oltre alla richiesta di revoca dell’immunità, l’inchiesta ha recentemente visto l’aggiunta di ulteriori nomi sul registro degli indagati. L’ex eurodeputata Maria Arena, che è stata associata al caso fin dall’inizio, è ora ufficialmente sotto indagine. Le accuse contro di lei si focalizzano sulla presunta appartenenza a un’organizzazione criminale, senza che siano formulate accuse di corruzione o riciclaggio di denaro, che invece pesano su altri indagati.
È importante notare che la nuova decisione della procura si inserisce sotto la supervisione della giudice Pascale Monteiro Barreto, subentrata di recente. Questo cambiamento avviene dopo la partenza di Aurélie Déjaiffe, che ha lasciato il posto in un contesto di riflessione e cambio di direzione investigativa. Nelle fasi iniziali del caso, Gualmini e Moretti erano già emerse tra i nomi coinvolti, con collegamenti a Pier Antonio Cozzolino e Marc Tarabella, formando quello che era stato descritto come un “quadriumvirato” che avrebbero agito per il bene di interessi qatarioti. Entrambe le eurodeputate hanno sempre negato ogni coinvolgimento.
Ripercussioni politiche e l’impatto sulla reputazione delle istituzioni europee
Il proseguimento di questa inchiesta sta avendo un impatto significativo sulle istituzioni europee e sulle loro reputazioni in un periodo in cui la trasparenza è fondamentale. La richiesta di revoca dell’immunità delle due eurodeputate italiane sta facendo emergere sentimenti di incertezza all’interno della politica europea, rendendo necessario un’attenzione continua su come vengono gestite le accuse di corruzione.
Le direzioni che prenderanno le indagini e le decisioni che verranno prese nelle prossime settimane potrebbero influenzare non solo il futuro personale delle eurodeputate coinvolte, ma anche l’assetto nei gruppi politici europei e la fiducia delle istituzioni agli occhi dei cittadini. La delicatezza della situazione richiede una maneggiabilità attenta da parte delle autorità, per assicurare che giustizia e integrità siano in prima linea, mentre l’Europa affronta un momento cruciale della sua storia politica.