La mostra ‘Io dipinto’, appena inaugurata ai Musei Vaticani, mette in scena una selezione di autoritratti di 64 artisti, rappresentando i nomi più illustri dell’arte italiana, inclusi Giorgio De Chirico e Giacomo Balla, insieme a figure meno conosciute ma altrettanto significative, come la pittrice veneziana Linda Buonajuti. Quest’ultima si rappresenta come un’amazzone in un’opera che evoca un’atmosfera mitteleuropea. L’esposizione, che si avvale di opere provenienti dalla Collezione Nobili, dell’imprenditore Franco Nobili e della moglie Antonietta, sarà aperta fino all’11 gennaio 2025 e offre uno spaccato interessante sull’autoritratto come genere artistico.
L’importanza della collezione Nobili
Il nucleo centrale della mostra proviene dalla vasta collezione d’arte accumulata da Franco Nobili, un manager di spicco dell’Iri dal 1989 al 1993, e dalla moglie, che hanno dedicato parte della loro vita all’amore per l’arte. La direttrice dei Musei Vaticani, Barbara Jatta, racconta che nel 2018 ha incontrato le figlie della coppia, che le hanno espresso il desiderio dei genitori di donare quest’importante collezione ai musei. Questa volontà si concretizza oggi in una mostra che non si limita a presentare autoretratti secondo un criterio cronologico o alfabetico, ma li organizza tematicamente, offrendo un’esperienza più immersiva al visitatore.
Il lascito dei Nobili rappresenta un esempio raro di collezionismo, capace di mettere in luce la relazione tra l’artista e la propria immagine. Micol Forti, curatrice della Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea, sottolinea come l’autoritratto suggerisca un’intimità complessa: “il rappresentante coincide con il rappresentato a volte non controllando del tutto l’immagine che vuole dare di sè”. Questa osservazione invita a riflettere sul ruolo dell’artista nella scelta e nella rappresentazione della propria immagine nel contesto dell’arte contemporanea.
Un viaggio tra volti e stili
La mostra curata da Rosalia Pagliarani, presenta una varietà di stili e tecniche, spaziando da nomi ben noti a figure membri della Scuola Romana. Tra questi: Emilio Greco, Pietro Marussig e Ottone Rosai. Non mancano all’appello anche artisti letterari come Carlo Levi e Mino Maccari, che hanno saputo unire la scrittura con l’arte visiva. Un valore aggiunto è rappresentato dalla presenza di artisti stranieri, come Xavier Bueno, la cui opera ‘doppio’ evoca l’atmosfera di Vermeer. La tela, oltre a mostrare lui stesso riflesso nello specchio, presenta pipe di calcare, oggetto che ricorre nelle sue opere, come un modo per esprimere la sua identità artistica.
Ogni autoritratto in mostra racconta una storia unica, un viaggio personale che offre uno scorcio sulla vita e sull’opera dell’artista. Le emozioni, le esperienze e le visioni del mondo vengono trasferite sulla tela, rendendo ogni pezzo non solo un’immagine, ma un racconto. Il visitatore ha l’opportunità di riflettere non solo sulla bellezza estetica di queste opere ma anche sul significato intrinseco delle stesse.
Un allestimento che invita alla scoperta
Particolare attenzione è stata riservata all’allestimento della mostra, progettato per offrire un’esperienza visiva unica che riflette il contesto originale della collezione nella casa di famiglia a Roma. Accanto agli autoritratti, una sezione espositiva è dedicata alla vita di Franco e Antonietta Nobili, con fotografie d’epoca e documenti che raccontano la loro storia e il loro legame con il mondo dell’arte. Questa parte della mostra offre uno spaccato di vita, arricchendo l’esperienza complessiva del visitatore e permettendo di comprendere meglio la storia personale dietro ogni opera.
Un accesso gratuito alla mostra è incluso nel biglietto d’ingresso ai Musei Vaticani, rendendo così più accessibile la fruizione di opere d’arte di grande importanza storico-culturale. L’esposizione di autoritratti non è solo un omaggio all’arte italiana, ma rappresenta anche un’opportunità per avvicinarsi a storie familiari intrecciate con l’arte.
Ultimo aggiornamento il 10 Ottobre 2024 da Elisabetta Cina