Negli ultimi tempi, il tema degli autovelox in Italia sta suscitando un acceso dibattito, sollevando interrogativi circa la loro omologazione e autorizzazione. Da Pietrasanta, in Toscana, alla provincia di Rovigo, i recenti sviluppi giuridici stanno attirando l’attenzione di giudici e automobilisti. A seguito di decisioni legali significative, cresce la preoccupazione relativa all’utilizzo di dispositivi di rilevazione della velocità che non rispettano i requisiti di omologazione stabiliti dalla legge.
La sentenza del giudice di Lucca
Recentemente, il giudice Gianni Casodi di Lucca ha annullato le multe imposte a una decina di automobilisti poiché l’autovelox utilizzato per la rilevazione non era omologato, sebbene fosse autorizzato. Secondo la sentenza, le sanzioni non possono basarsi su dispositivi che non soddisfano gli standard di omologazione previsti dalla Cassazione. La Corte, con l’ordinanza 10.505 del 2024, ha specificato che solo le prove derivate da autovelox omologati possono essere utilizzate come base per sanzioni. Questo aspetto sta avendo ripercussioni dirette sulle amministrazioni locali, come dimostra la possibilità per il Comune di Pietrasanta di impugnare questa sentenza.
Questa decisione ha sollevato interrogativi non solo a livello locale, ma anche su scala nazionale, portando a riflessioni sul serio rischio di impugnazioni per multe emesse tramite dispositivi simili. La questione della legittimità degli autovelox è diventata cruciale considerate le implicazioni in termini di giustizia e legalità nel settore della sicurezza stradale.
I casi di Bagnolo di Po e Cosenza
Non è solo Pietrasanta a trovarsi al centro di polemiche legate agli autovelox. A Bagnolo di Po, in provincia di Rovigo, un altro episodio ha visto il sequestro preventivo di due autovelox fissi. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Cosenza ha disposto il provvedimento a causa delle stesse problematiche di omologazione che hanno colpito i dispositivi della Toscana. Gli autovelox in questione, modelli T-exspeed v.2.0, sono stati sigillati dalla polizia stradale, che ha affermato che questi apparecchi rispondono unicamente ad autorizzazioni ministeriali, senza rispettare l’obbligo di omologazione.
La procura di Cosenza, che sta conducendo una maxi indagine su scala nazionale, ha affermato che la mancanza di omologazione per questi dispositivi mina l’affidabilità delle misurazioni e, dunque, la validità delle sanzioni. Questi eventi ripetuti stanno creando un clima di allerta tra gli automobilisti e si prevede che portino a ulteriori sviluppi legali in tutto il paese.
Nuove direttive e norme per gli autovelox
A fronte delle recenti sentenze e delle incertezze legate alla legittimità degli autovelox, il sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Tullio Ferrante, ha dichiarato che è stato chiuso un tavolo tecnico per definire nuove soluzioni. Questa iniziativa è tesa a garantire un uso corretto degli autovelox nel rispetto della legge, principalmente focalizzandosi sull’aspetto preventivo e deterrente.
Durante il tavolo, aperto il 25 novembre scorso, è stato redatto uno schema di decreto che stabilisce criteri chiari e precisi riguardanti l’omologazione degli autovelox. Questo provvedimento mira a uniformare i requisiti tecnici necessari per assicurare che tutti i dispositivi utilizzati nel paese siano affidabili e precisi. La migliorata regolamentazione per gli autovelox è vista come una misura indispensabile per ridurre i margini di errore nei sistemi di rilevazione e garantire che le misurazioni siano costanti tra i vari dispositivi.
Futuro delle infrastrutture di rilevamento e responsabilità degli enti pubblici sono argomenti su cui il Ministero intende lavorare, stabilendo anche modalità di ispezione per i dispositivi, assicurando che quelli autorizzati rispettino gli standard di omologazione stabiliti. Un passo necessario per migliorare la fiducia negli strumenti di sicurezza stradale, che rivestono un ruolo cruciale nella salvaguardia della vita degli automobilisti.