Avanzamenti nel rilevamento dell'ex Ilva: Baku Steel in vantaggio rispetto a Jindal e Bedrock

Avanzamenti nel rilevamento dell’ex Ilva: Baku Steel in vantaggio rispetto a Jindal e Bedrock

Baku Steel emerge come favorito nell’acquisizione dell’ex Ilva, con un’offerta di 500 milioni di euro e impegni per mantenere oltre 7.800 posti di lavoro e promuovere la decarbonizzazione.
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Avanzamenti nel rilevamento dell'ex Ilva: Baku Steel in vantaggio rispetto a Jindal e Bedrock - Gaeta.it

Il complesso dell’ex Ilva sta attraversando una fase cruciale nella sua ristrutturazione, con in ballo numerosi investimenti. La competizione per rilevare il colosso industriale ha visto un’evoluzione significativa, con il consorzio azeri di Baku Steel che sembra aver preso il vantaggio su altri contendenti. Con l’apertura della fase di negoziazione esclusiva, si preparano scenari interessanti per il futuro dello stabilimento e dell’occupazione nel territorio.

Situazione attuale del rilevamento dell’ex Ilva

Dopo la scadenza dei termini per le offerte, il panorama relativo alla vendita dell’ex Ilva si è fatto più chiaro. Baku Steel, supportata dal fondo statale Azerbaijan Investment Company, è in pole position per completare l’acquisizione, presentando un’offerta che combina aspetti economici e ambientali. Le trattative si stanno svolgendo in un clima di attesa, con l’obbiettivo del Ministero delle Imprese di ultimare la vendita entro breve tempo. Sebbene non ci siano state dichiarazioni ufficiali, le indicazioni raccolte suggeriscono una preferenza dei commissari per una vendita in blocco, contrariamente ai piani iniziali di cessione di singoli asset.

Al momento della raccolta delle offerte, sono giunte proposte da tre principali attori: Baku Steel, Jindal Steel International e il fondo Bedrock Industries. Tra questi, la prima sembra aver presentato un’offerta complessiva di circa 500 milioni di euro, a cui si aggiungerebbero ulteriori 400-500 milioni per la valorizzazione del magazzino di Acciaierie d’Italia. È un’opzione decisiva che i commissari immobiliari dovranno valutare con attenzione, dato l’alto tasso di occupazione previsto.

Dettagli sull’investimento di Baku Steel

L’offerta di Baku Steel è caratterizzata da una serie di impegni fondamentali, incluso il mantenimento di circa 7.800-8.000 posti di lavoro, in un contesto in cui l’organico totale è di 9.773 unità. Al cuore della proposta c’è un ambizioso piano di decarbonizzazione, che prevede l’attuazione di tecnologie all’avanguardia, puntando a raggiungere circa l’80% degli obiettivi previsti. Inoltre, i rifornimenti di gas dall’Azerbaigian sono centrali nel progetto, inclusa l’eventuale acquisizione di una nave per la rigassificazione.

Contemporaneamente, i concorrenti hanno mostrato risultati inferiori: Jindal Steel sembra essersi posizionata significativamente più in basso in termini economici, con un’offerta tra i 100 e i 120 milioni. Questo approccio, sebbene abbia visto un leggero miglioramento nella forza lavoro proposta a 7.000 unità, risulta comunque inferiore a quanto garantito dagli azeri. L’aspetto green del progetto di Jindal rimane interessante, con una maggiore disponibilità di preridotto per i forni elettrici, ma la loro proposta non è sufficientemente competitiva rispetto ad altre offerte.

L’integrazione e le prospettive future

Il passaggio recente verso una fase di negoziazione esclusiva segna un punto di svolta nella vicenda dell’ex Ilva. Baku Steel non è solo un semplice concorrente: rappresenta la volontà di un’intera nazione, l’Azerbaijan, di influenzare il mercato europeo dell’acciaio, capitalizzando sulla sua ricchezza naturale di gas e petrolio. Questi fattori permettono a Baku Steel di mantenere più ampi margini di manovra e un approccio di investimento potenzialmente più solido rispetto a un consorzio privato come Jindal.

La capacità di un ente statale di garantire posti di lavoro e sostenere l’economia locale è un vantaggio che Baku Steel ha chiaramente a suo favore. Al contrario, la proposta di Jindal, sebbene potenzialmente valida sul piano occupazionale e innovativo, resta condizionata da un contesto privato che può non garantire la stessa stabilità.

La direzione in cui si orienterà il governo italiano, considerando le offerte e gli scenari, si dimostrerà cruciale. L’enfasi sulla sostenibilità e sull’integrazione di tecnologia moderna rappresenta una necessità non solo per il futuro dell’ex Ilva, ma anche per la salute ambientale della regione di Taranto. Con l’imminente avvio delle negoziazioni esclusive, il rischio di ritardi e imprevisti si farà sentire, mentre i principali attori si preparano a mettere sul tavolo le loro ultime carte.

  • Elisabetta Cina

    Elisabetta è una talentuosa blogger specializzata in attualità, con un occhio critico sui temi caldi del momento. Laureata in comunicazione, ha trasformato la sua passione per il giornalismo in una carriera online, creando un blog di successo che esplora e discute le ultime tendenze in politica, società e cultura. Conosciuta per il suo approccio analitico e la capacità di sintesi, Elisabetta attira lettori che cercano una prospettiva affilata e ben informata sugli eventi mondiali. Attraverso il suo blog, offre non solo notizie, ma anche approfondimenti e riflessioni che stimolano il dialogo e la comprensione.

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