In una cerimonia che ha coinvolto autorità civili, militari e religiose, Avezzano ha conferito la benemerenza civica onoraria “Medaglia d’oro Città di Avezzano” a Giuseppe Giangrande e alla sua figlia Martina. Il riconoscimento celebra il coraggio dimostrato dall’ex maresciallo dei Carabinieri durante un attentato a Roma nel 2013 e l’impegno della figlia che gli ha dedicato la sua vita.
Il contesto dell’attentato di palazzo chigi
Il 28 aprile 2013, a Roma, davanti a Palazzo Chigi, era in corso il giuramento del governo guidato da Enrico Letta. In quel momento, un ex muratore, Luigi Preiti, aprì il fuoco contro i carabinieri di guardia. Tra le vittime figuravano Giuseppe Giangrande, all’epoca brigadiere, e il carabiniere scelto Francesco Negri. Giangrande rimase gravemente ferito, l’attacco segnò una pagina nera e significativa nella storia recente delle istituzioni italiane.
L’episodio suscitò turbamento e attenzione nazionale, dando nuovo rilievo al ruolo delicato dei militari nel garantire la sicurezza delle Istituzioni. L’aggressione, oltre a colpire fisicamente Giangrande, portò a riflettere sulle difficoltà di chi presta servizio in prima linea per la tutela dello Stato. L’ex muratore fu condannato a 16 anni di reclusione per i colpi sparati quel giorno.
Il ruolo di martina giangrande nella ripresa e nel riconoscimento famigliare
Martina Giangrande, figlia di Giuseppe, ha avuto un ruolo fondamentale dopo l’attentato. La giovane rinunciò agli studi e alle opportunità professionali per assistere il padre, impegnandosi nella sua cura quotidiana, a ridosso di un lutto familiare: pochi mesi prima dell’attacco, la madre era morta dopo una lunga malattia. Il sacrificio di Martina si tradusse in un esempio di dedizione familiare senza riserve.
Nel 2014, la fondazione Carispaq le assegnò il primo premio alla solidarietà, riconoscendo il suo impegno costante. Il legame personale con il padre divenne un simbolo di supporto e amore incondizionato, che si riverberò su tutta la comunità locale. Martina rappresenta un esempio di come la forza di una famiglia si palesi anche nelle situazioni più difficili.
Motivazioni e significato della benemerenza civica onoraria
Il sindaco di Avezzano, Gianni Di Pangrazio, insieme a giunta e consiglio comunale, ha sottolineato nella motivazione ufficiale i meriti di Giuseppe e Martina Giangrande. Giuseppe, maresciallo in pensione, è anche Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, medaglia d’oro al valor civile e medaglia d’oro al merito della Croce Rossa Italiana. La sua lunga carriera nelle file dell’Arma a Avezzano lo ha reso figura nota e apprezzata.
Il riconoscimento vuole anche richiamare l’attaccamento a questo territorio e la stima che la città nutre verso i suoi cittadini impegnati nel servizio dello Stato. L’atto premia non solo i risultati militari, ma anche la capacità di resistere alle avversità con dignità, proteggendo la libertà e la sicurezza. La decisione include anche la figlia per l’esempio di solidarietà che ha offerto sacrificando il proprio futuro.
La partecipazione delle autorità e i ricordi di gianni letta
Alla consegna della medaglia d’oro, svoltasi ad Avezzano, erano presenti diverse autorità. Tra queste il prefetto dell’Aquila Giancarlo Di Vincenzo, il sottosegretario Gianni Letta, il vescovo dei Marsi Giovanni Massaro e il generale di corpo d’armata Salvatore Luongo. Erano rappresentate anche istituzioni locali e forze dell’ordine.
Gianni Letta, originario della stessa zona, ha ricordato il periodo in cui Giuseppe Giangrande prestò servizio nella compagnia dei Carabinieri di Avezzano, dal 1988 al 1992. Ha messo in rilievo l’impegno professionale di Giangrande e il suo legame con la città, suggellato da anni di onorato servizio. Anche il sindaco Di Pangrazio ha voluto sottolineare come Giangrande abbia affrontato prove difficili, diventando simbolo di coraggio e dignità per la comunità.
Il legame con avezzano e il messaggio per la comunità
Giuseppe Giangrande e la figlia Martina rappresentano due volti di una stessa storia di sacrificio e attaccamento alle radici. La loro vicenda è diventata parte della memoria della città, che ha scelto di rendere omaggio con una delle sue benemerenze più alte. Avezzano riconosce in loro il riflesso di valori condivisi, come il senso del dovere e l’amore per la famiglia.
La consegna della medaglia dimostra come storie personali si connettano a più ampi episodi di cronaca e storia civile. Il gesto della comunità serve a tenere viva l’attenzione sulle difficoltà affrontate da chi difende le istituzioni, così come su chi, dietro le quinte, sostiene con dedizione i propri cari in condizioni estreme. Il premio diventa così simbolo di memoria e rispetto.