Oggi pomeriggio si è registrato un importante progresso ad Arquata del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno, con la rottura del diaframma della prima galleria dell’acquedotto antisismico del Pescara. Questo evento segna una fase cruciale nella costruzione di un’infrastruttura vitale per garantire la sicurezza idrica nella regione Marche. L’opera, infatti, è destinata a rafforzare il sistema idrico della zona, un elemento fondamentale per le comunità locali.
L’acquedotto antisismico: un’infrastruttura fondamentale
L’acquedotto antisismico del Pescara rappresenta un sistema complesso di condotte e manufatti progettati per fornire acqua potabile ai cittadini delle province di Ascoli Piceno e Fermo. Affiancato dall’acquedotto dei Sibillini, questo progetto assicura la fornitura idrica a circa 300mila utenti, che possono arrivare fino a 450mila durante i mesi estivi. La nuova infrastruttura si prefigge di risolvere le problematiche legate alla distribuzione dell’acqua, garantendo un servizio continuo e sicuro in un territorio fortemente colpito da eventi sismici recenti.
La presidente della Ciip, Maddalena Ciancaleoni, ha sottolineato l’importanza di questo risultato per la comunità locale, affermando che “quello di oggi è un passo di fondamentale importanza per oltre 300 mila utenti.” Le difficoltà sostenute dalla Ciip fino a questo momento hanno reso necessario un impegno significativo, elemento che rende questo traguardo ancor più significativo per la popolazione marchigiana.
Sicurezza idrica e protezione dai sismi
Il progetto dell’acquedotto antisismico è pensato principalmente per mettere in sicurezza il primo tratto del precedente acquedotto del Pescara, già danneggiato dal terremoto del 2016. Quest’ultimo ha imposto una riparazione temporanea, utilizzando soluzioni provvisorie e interconnessioni con altre reti. Qui entra in gioco l’importanza della nuova galleria, che ha una lunghezza di circa 300 metri e rappresenta solo il primo passo di un intervento più ampio che mira a creare una rete idrica più resistente agli eventi naturali.
Massimo Tonelli, ingegnere della Ciip e responsabile dei lavori, ha spiegato che “il progetto coprirà una tratta di 9 chilometri,” che si inserirà in un più vasto schema di 35 chilometri noto come “Anello dei Sibillini.” Questi lavori sono orientati non solo alla ricostruzione, ma anche alla prevenzione di futuri eventi sismici, attraverso l’impiego di tecniche e conoscenze moderne.
Finanziamenti e impatti sulla comunità
L’avvio della costruzione ha beneficiato di finanziamenti provenienti dalla Legge di Bilancio 2018, inclusi nel Piano Nazionale Acquedotti ed Invasi, con il supporto del Ministero delle Infrastrutture in seguito agli eventi sismici del 2016. La rottura del diaframma rappresenta un momento di svolta, avvicinando la popolazione marchigiana a una rete idrica non solo moderna, ma anche progettata per affrontare le sfide ambientali del futuro.
Il sindaco di Arquata, Michele Franchi, ha espresso la sua soddisfazione, sottolineando che “l’avvio dei lavori è un segnale forte anche sul fronte della ricostruzione.” Questo progetto non solo migliorerà l’efficienza del servizio idrico, ma contribuirà anche a rinforzare la fiducia delle comunità nel loro futuro, unendo le forze per affrontare le difficoltà con più sicurezza e determinazione.
Questo passo verso una rete idrica più sicura costituisce un fondamento essenziale per il benessere delle generazioni attuali e di quelle a venire, dimostrando l’impegno delle istituzioni verso una vita quotidiana più serena per tutti i residenti delle Marche.
Ultimo aggiornamento il 19 Dicembre 2024 da Elisabetta Cina