Avviato il progetto archeologico ships sul porto di Terracina con equipe internazionale e fondi UE

Avviato il progetto archeologico ships sul porto di Terracina con equipe internazionale e fondi UE

Il progetto SHIPs, finanziato dall’Unione Europea e guidato da Emmanuel Nantet, studia il porto romano di Terracina con tecniche moderne per valorizzare la storia e il ruolo strategico nel Mediterraneo antico.
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Il progetto europeo SHIPs studia il porto romano di Terracina con tecnologie moderne per svelarne la storia e il ruolo strategico nel Mediterraneo, coinvolgendo un team internazionale in indagini archeologiche che dureranno cinque anni. - Gaeta.it

Il porto di Terracina torna al centro dell’attenzione grazie allo SHIPs Project, un’iniziativa di ricerca archeologica finanziata dall’Unione Europea. Il progetto mira a studiare l’antico sistema portuale usando strumenti e tecniche moderne per svelare la storia e l’importanza di uno dei porti romani più rilevanti sul Mediterraneo. L’indagine, avviata nei primi giorni di aprile 2025, coinvolge studiosi di diverse università europee e durerà circa cinque anni, alternando rilievi terrestri e marini.

Il ruolo strategico del porto di terracina nell’antichità

Il porto di Terracina rappresenta una testimonianza di grande valore dal punto di vista storico e architettonico. Situato a sud nel quadrante romano, si tratta di una struttura portuale circolare di notevoli dimensioni, una delle prime di questa forma a quella latitudine. Questo lo rende fondamentale per comprendere le rotte commerciali e le dinamiche economiche che interessavano l’antica Roma.

Terracina, già menzionata nei trattati fra Roma e Cartagine tra il V e IV secolo a.C., godeva di particolari privilegi, fra cui l’immunità dagli attacchi nemici. Ciò conferma una posizione politica e militare di rilievo che il porto rivestiva nel Mediterraneo. Questi dettagli sottolineano il valore strategico del sito, che ha mantenuto un ruolo centrale nei traffici e negli scambi, non solo locali ma regionali.

La squadra di ricerca e le tecniche di indagine impiegate

L’indagine archeologica è diretta dal professor Emmanuel Nantet, dell’University of Haifa e del Recanati Institute for Maritime Studies. L’equipe comprende nove studiosi provenienti dalle università di Perpignan, Padova e dall’istituto di ricerca di Recanati. Sul campo li affianca la dott.ssa Ilaria Bruni, già direttore del Polo Museale di Terracina, che ha una profonda conoscenza del territorio e del suo patrimonio storico.

La prima fase del progetto si è concentrata su rilievi geofisici effettuati con strumentazioni di ultima generazione. Questi strumenti permettono di scansionare il terreno e il fondale marino senza causare danni, mediante misurazioni, disegni e fotografie dettagliate. Le immagini raccolte saranno poi confrontate con le informazioni archivistiche e le foto storiche. In futuro sono previsti carotaggi e scavi più approfonditi per recuperare reperti e certificare le datazioni.

Confronto con altri porti romani e progetti di ricerca nel mediterraneo

Lo SHIPs Project non si limita allo studio di Terracina, ma vuole creare una metodologia comune di analisi dei porti romani emersi lungo il Mediterraneo. Oltre alla città laziale, verranno analizzati altri casi studio in Israele, Francia e Grecia, come Cesarea Marittima, Port-Vendres e Nicopolis.

Questi confronti consentiranno di osservare le somiglianze e alcune differenze tra diversi sistemi portuali, facendo emergere patterns legati al commercio, alla difesa e alla coltura materiale delle città antiche. Lo studio di Terracina, con le sue grandi dimensioni e peculiarità, rappresenta un’applicazione centrale di questa ricerca, capace di arricchire la conoscenza sull’evoluzione delle infrastrutture portuali nella storia romana.

L’impatto sulla città di terracina e le prospettive future

Le istituzioni locali accolgono con interesse e soddisfazione il ritorno sulle scene archeologiche del porto di Terracina. Il sindaco Francesco Giannetti e l’assessore Alessandra Feudi hanno evidenziato come questo progetto possa favorire un rilancio del patrimonio culturale, portando la città a una nuova notorietà nelle comunità scientifica e turistica.

La collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Frosinone e Latina garantisce una supervisione attenta e rispettosa delle norme conservazionistiche. La divulgazione internazionale degli esiti consentirà una maggiore attenzione al sito, promettendo rimandi concreti sull’identità storica cittadina e sulle possibilità di valorizzazione dei beni culturali legati al porto antico.

Gli studiosi torneranno a settembre per una seconda fase di indagine, in cui presenteranno i risultati preliminari emersi dalla prima campagna. Le prossime attività potrebbero ampliare la conoscenza del sito e confermare l’importanza di Terracina come snodo primario nelle rotte commerciali della romanità.

  • Armando Proietti

    Armando è un giovane blogger esperto di cronaca e politica. Dopo aver studiato Scienze Politiche, ha avviato un blog che analizza e commenta gli eventi politici italiani e internazionali con uno stile incisivo e informativo, guadagnandosi la fiducia di un vasto pubblico online.

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