Avvio del percorso ‘Women on Board’: Leadership femminile e governance aziendale in Italia

Il progetto ‘Women on Board’ promuove l’inclusione delle donne nei consigli di amministrazione in Italia, puntando su formazione e normative per garantire una leadership diversificata e competitiva.
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Avvio del percorso 'Women on Board': Leadership femminile e governance aziendale in Italia - Gaeta.it

Il progetto ‘Women on Board’, presentato alla Camera dei Deputati per la sua terza edizione, rappresenta un passo significativo verso l’inclusione delle donne nei consigli di amministrazione e nei ruoli di leadership aziendale in Italia. Promosso da Manageritalia, Federmanager, Aidp e Hub del Territorio Ets, questo programma mira a formare e preparare donne talentuose che desiderano intraprendere carriere nelle posizioni esecutive e di governance, accrescendo la presenza femminile ai vertici delle aziende.

L’importanza della presenza femminile nei CDA

Elena Bonetti, componente della Commissione Affari sociali della Camera dei Deputati e già ministra per le Pari opportunità, ha evidenziato come dimostrare la presenza di donne nei consigli di amministrazione non sia solo una questione di giustizia sociale, ma un fattore che promette di migliorare la qualità e l’efficacia delle decisioni aziendali. Stando a studi recenti, le aziende che incoraggiano la diversità di genere nei loro organi dirigenziali mostrano performance superiori rispetto a quelle che non lo fanno. La legge Golfo Mosca, che ha introdotto per la prima volta quota rosa nei CDA delle società quotate, ha segnato un processo cruciale in Italia, creando un modello che ha ispirato altre legislazioni simili a livello internazionale.

Bonetti ha chiarito che una significativa partecipazione femminile non è solo auspicabile, ma necessaria per lo sviluppo del mercato italiano. “Utilizzando tutta l’energia femminile a disposizione, possiamo affrontare sfide di crescita e competitività a livello europeo e globale,” ha affermato. Questo approccio, che unisce il settore privato e quello pubblico, rappresenta un potentissimo strumento per promuovere una cultura dell’inclusione e dell’uguaglianza di genere negli ambienti lavorativi.

Formazione e normative: le chiavi del successo

Bonetti ha sottolineato l’importanza di continuare su un tracciato di formazione coordinata per garantire che le donne siano preparate a ricoprire ruoli di leadership. Tuttavia, ha anche messo in evidenza la necessità di normative che incentivino la promozione delle donne nei CDA. In questo contesto, la certificazione per la parità di genere diventa un elemento cruciale. Tale certificazione, collegata a obblighi normativi, rappresenterebbe un’opportunità per le aziende di dimostrare il loro impegno verso una governance inclusiva e diversificata.

L’approccio non si limita solo a incentivare le grandi imprese, ma si estende anche alle piccole e medie imprese, che costituiscono la spina dorsale dell’economia italiana. “È fondamentale creare politiche in grado di supportare le piccole e medie imprese nel processo di avvicinamento alla diversità di genere,” ha suggerito Bonetti. La reintegrazione delle esperienze delle grandi aziende in relazione a quelle delle PMI è una strategia per condividere le best practices, migliorando così la loro competitività e sostenibilità.

L’importanza di un impegno continuo e condiviso

Il messaggio chiave espresso da Bonetti riguarda la necessità di proseguire con determinazione su questo percorso. Il progetto ‘Women on Board’, che enfatizza sia la formazione che la governanza, non può essere visto come un’iniziativa isolata, ma deve essere parte di un impegno collettivo e duraturo. Per garantire che la presenza di donne nei CDA diventi la norma e non più un’eccezione, è vitale che venga avviata una ristrutturazione profonda che attraversi tutti i livelli aziendali.

La sfida per il futuro è quella di non solo incrementare la rappresentanza femminile ai vertici, ma anche di assicurare che le politiche di inclusione vengano applicate in maniera sistematica e costante, rendendo il mercato del lavoro italiano più equo e competitivo. Solo così sarà possibile traghettare il paese verso una vera innovazione e prosperità economica.

Ultimo aggiornamento il 7 Ottobre 2024 da Laura Rossi

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