Un gruppo attivista noto come banda dei Robin Hood ha lanciato una nuova azione di protesta a Roma contro l’installazione di panchine progettate per ostacolare i senza tetto. Questo episodio si è verificato in concomitanza con il Giubileo e riflette un crescente malcontento sociale riguardo alle politiche di esclusione adottate dalle autorità. Il comunicato del gruppo mette in evidenza una chiara opposizione all’approccio delle istituzioni verso la povertà, evidenziando come sempre più persone siano in difficoltà.
I dettagli dell’azione
Nella scorsa notte, la banda dei Robin Hood ha divelto le sbarre divisorie poste sulle nuove panchine romane, considerate anti-clochard. Queste panchine, installate presso Piazzale dei Cinquecento, sono state progettate con barriere per impedire a chi vive in strada di utilizzarle per dormire. Gli attivisti hanno appeso un cappello di Robin Hood in posizione ben visibile con un messaggio di protesta e hanno rimosso i bracciali di sicurezza dalle panchine stesse. Parallelamente, sono stati effettuati gesti simbolici presso il ministero del Trasporti e al Campidoglio.
Nel comunicato, i membri della banda fanno riferimento a un clima di insicurezza e di interventi progettati per tutelare i più abbienti a discapito dei più vulnerabili. Con un linguaggio provocatorio, il comunicato afferma: “Alla vostra sicurezza rispondiamo con la solidarietà”. Questa affermazione intende sottolineare la necessità di una risposta empatica rispetto alle misure di sicurezza adottate dalle autorità.
Il contesto della protesta
La scelta di istituire panchine anti-clochard è stata oggetto di un dibattito acceso, specialmente in vista del Giubileo. La situazione critica per i senza tetto è stata evidenziata da dati allarmanti: nel 2024, circa 400 persone sono decedute a causa delle temperature rigide in tutta Italia. In questo contesto, l’operato delle istituzioni, con l’intento di ripristinare il piazzale di Roma Termini, è stato criticato come un tentativo di allontanare coloro che non soddisfano i criteri di decorosità previsti dal “security design”.
La disposizione di divisori metallici su diverse panchine rompe il principio di inclusione sociale. L’installazione ha suscitato forti reazioni da parte degli attivisti, i quali esprimono la loro indignazione nei confronti delle autorità con la speranza di attirare l’attenzione su una problematica che affligge molte persone. La propaganda della banda invita il pubblico a unirsi a loro nel sabotaggio di tali misure, incoraggiando una mobilitazione contro un approccio che considerano dannoso per la comunità.
Messaggi di solidarietà e coinvolgimento
Nell’ambito della loro campagna, la banda dei Robin Hood invita la popolazione a partecipare attivamente al “Giubileo dei poveri” e incoraggia tutti a “sabotar” le ingiustizie sociali. Le asseverazioni sono parte di un impegno più ampio a far luce su come le politiche governative possano influenzare negativamente le vite di individui già in difficoltà.
Riflessioni su questo tema sono emerse anche da parte di altri gruppi di attivismo, i quali sostengono la necessità di un approccio più inclusivo nei confronti delle persone senza fissa dimora. La chiara volontà di mobilitarsi sta raccogliendo il consenso di diverse comunità e organizzazioni, che vedono in questa protesta un’occasione per rivendicare diritti e dignità per le persone più vulnerabili.
Le azioni come quelle compiute dalla banda dei Robin Hood evidenziano un tema attuale e urgente, quello della giustizia sociale e dell’uguaglianza, ponendo interrogativi su come una società possa affrontare il problema della povertà e dell’esclusione in maniera più umana e rispettosa.