A Bacoli, un’importante cerimonia ha segnato l’intitolazione del Belvedere di Via Castello a Maurizio Valenzi, ex sindaco di Napoli, in occasione del 115° anniversario della sua nascita. L’evento si è svolto nel suggestivo contesto del Castello Aragonese di Baia, un luogo divenuto simbolo di riscatto sociale grazie all’azione decisiva di Valenzi, che ha posto fine a un capitolo buio della storia locale legato all’orfanotrofio militare. Questa iniziativa non solo rende omaggio alla figura di Valenzi ma invita a riflettere sull’importanza della memoria storica e della cultura nel processo di rinascita sociale.
La storia dell’orfanotrofio militare
L’orfanotrofio militare attivo dagli anni Trenta, si trovava nei locali del Castello di Baia e ospitava i bambini di soldati caduti durante la Prima Guerra Mondiale e ragazzi abbandonati. Inizialmente concepito come un luogo di rifugio, ben presto si trasformò in una vera e propria prigione. Le condizioni in cui i bambini vivevano erano degradanti. In diverse occasioni emergono episodi inquietanti, come maltrattamenti, scarsa igiene e privazioni alimentari.
Il culmine della situazione arrivò nel novembre del 1976, quando fu spedita una lettera disperata al sindaco Valenzi. In essa, i piccoli reclusi descrivevano le punizioni subite, che includevano violenze fisiche da parte di un istitutore, sempre pronto a sfogare il suo autoritarismo sui più vulnerabili. Le parole cariche di sofferenza di quei bambini non solo documentano un periodo critico, ma raccontano anche di un’esperienza umana profondamente toccante, una situazione di emergenza che nessun occhio poteva ignorare.
L’azione di Maurizio Valenzi
Il sindaco Valenzi, insediatosi da poco tempo, reagì con prontezza al grido di aiuto dei bambini. Immediatamente incaricò l’assessora Emma Maida di effettuare un sopralluogo, il quale confermò le segnalazioni di maltrattamenti e misere condizioni di vita. L’azione tempestiva di Valenzi si tradusse nella chiusura immediata dell’orfanotrofio, liberando i bambini da anni di sofferenza.
Dopo questo intervento decisivo, iniziò un processo di riqualificazione del Castello di Baia che culminò nella trasformazione dell’area in Museo Archeologico dei Campi Flegrei. Questo nuovo inizio rappresenta non solo la salvaguardia della memoria storica, ma anche un esempio tangibile di come le istituzioni possono rispondere con efficienza alle esigenze della comunità. Durante la cerimonia di intitolazione, il sindaco di Bacoli, Josi Della Ragione, ha sottolineato il ruolo fondamentale di Valenzi nel salvare i bambini e nel rendere il Castello un simbolo di bellezza e cultura.
Il convegno e la valorizzazione della memoria
In seguito all’intitolazione del belvedere, si è tenuto il convegno “Terra tra mito e fuoco”, che ha approfondito il patrimonio culturale dei Campi Flegrei. Esperti e docenti hanno discusso l’importanza della memoria storica e di come essa possa fungere da base per un riscatto socio-culturale. L’evento ha rimarcato il legame tra il passato e il presente, sottolineando quanto sia fondamentale mantenere vive le storie che segnano le comunità.
La lettera inviata dai bambini dell’orfanotrofio nel 1976, letta durante il convegno, ha riportato alla luce il dolore e la sofferenza patiti, fungendo da monito per le generazioni future. I loro racconti, incandescenti di verità, rivelano condizioni che non dovrebbero mai più verificarsi. Il lascito di Maurizio Valenzi continua a vivere, incidendo profondamente nella coscienza collettiva della città e trasformando Bacoli in un punto di riferimento per la preservazione del patrimonio culturale.
Il Castello di Baia, oggi sede di un museo, è un simbolo della capacità umana di rinnovarsi, dimostrando che anche i segni più dolorosi del passato possono essere trasformati in occasioni di crescita e speranza. Questo luogo, carico di storia e di testimonianze, si riconferma come uno dei più significativi complessi archeologici d’Italia.
Ultimo aggiornamento il 18 Novembre 2024 da Laura Rossi