Un acceso dibattito ha caratterizzato la seduta odierna dell’Assemblea capitolina, culminato in una richiesta di Daspo per il consigliere municipale Emanuele Licopodio, eletto con la Lega. La presidente Svetlana Celli del Partito Democratico ha preso la decisione in seguito a una protesta da parte di Licopodio, scatenata da un diverbio sulle modalità di discussione delle questioni all’ordine del giorno.
Il contesto dell’accaduto
La seduta di oggi si è aperta con la presidente Celli impegnata a stabilire un’atmosfera produttiva, applicando le norme che governano le riunioni dell’Assemblea. Tuttavia, la situazione è rapidamente degenerata quando un gruppo di amministratori del Municipio VI, guidati dal presidente Nicola Franco, ha interrotto i lavori con richieste ritenute inadeguate e non conformi al regolamento. Il tentativo di portare in discussione un argomento non previsto ha scatenato la reazione di Celli, che ha comunicato che la questione sarebbe stata affrontata nella Conferenza dei capigruppo successivamente programmata.
L’intento di Celli era quello di mantenere l’ordine e garantire il rispetto delle procedure stabilite. La presidente ha sottolineato che, pur comprendendo le ragioni dei membri del gruppo, non è stato possibile accogliere la loro richiesta irrituale. Ha così ribadito la sua autorità, spiegando che le sedute devono seguire quanto stabilito dai documenti ufficiali, salvaguardando il corretto svolgimento dei lavori.
La protesta e le conseguenze
La tensione è aumentata quando Licopodio, visibilmente contrariato, ha deciso di avvicinarsi al tavolo della presidenza per esprimere il proprio disappunto. I vigili urbani sono intervenuti per trattenere il consigliere, ma la situazione si è intensificata ulteriormente. Celli, di fronte ai comportamenti poco decorosi, ha optato per l’espulsione di Licopodio dall’Aula, sospendendo la seduta per ripristinare il decorum.
In una successiva dichiarazione, Celli ha chiarito che questa misura non è stata presa a cuor leggero ma è stata necessaria per mantenere l’integrità delle istituzioni.
“Non credo che i problemi della città possano essere discussi attraverso atti di forza – ha evidenziato la presidente –. È un comportamento che minaccia il rispetto delle istituzioni e delle figure che le rappresentano.” Celli ha concluso l’intervento con una nota sulla necessità di un comportamento responsabile e collaborativo che potrebbe favorire un dialogo costruttivo.
La richiesta di Daspo
In un gesto decisivo, Celli ha adottato un provvedimento di espulsione per Licopodio, accompagnato dalla richiesta di Daspo, che impone restrizioni a prescindere dalla gravità dell’atto. Quest’azione rappresenta un chiaro messaggio contro comportamenti che minano il normale svolgimento delle attività istituzionali.
La presidente ha fatto appello alla responsabilità, affermando che il dialogo tra le forze politiche deve avvenire in modo rispettoso e sobrio, senza sfociare in atteggiamenti ostili o provocatori. Il richiamo di Celli al rispetto del regolamento è un segnale importante di volontà di ricercare un percorso condiviso per affrontare le difficoltà della città, come la carenza di personale nelle sedi municipali discussa anche in altre sedi.
L’auspicio della presidente è che venga convocato al più presto un Consiglio straordinario a cui partecipino tutti i Municipi, per analizzare a fondo le problematiche e trovare soluzioni concrete. Nel contesto di questo evento, molti consiglieri e cittadini si sono fatti sentire, mostrando solidarietà per l’accaduto e per il ruolo di Celli nel mantenere l’ordine e il rispetto generale delle istituzioni.