Bangladesh in subbuglio: proteste studentesche contro le quote nei concorsi pubblici

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Bangladesh in subbuglio: proteste studentesche contro le quote nei concorsi pubblici - Gaeta.it

Il Bangladesh sta vivendo uno dei periodi più turbolenti della sua storia recente. Da settimane, giovani studenti si mobilitano contro una legge controversa riguardante l'accesso ai concorsi pubblici, con un bilancio che segna la tragica cifra di 174 morti e oltre 2500 arresti. La protesta non è soltanto contro la legge, ma rappresenta una frattura profonda tra le istituzioni e una gioventù disillusa, decisa a reclamare il proprio posto nel futuro del Paese.

Un bilancio drammatico delle manifestazioni

Le cifre delle vittime e degli arresti

Il drammatico bilancio delle proteste in Bangladesh, cominciate il 1° luglio, riflette un clima di crescente tensione e violenza. Fino ad ora, si contano 174 vittime e più di 2500 arresti, un numero che rappresenta una vera emergenza per una nazione la cui popolazione totale è di circa 170 milioni. Le manifestazioni sono esplose dopo una decisione dell'Alta Corte che ha riaperto la strada all'imposizione di quote per l'assunzione di funzionari pubblici, rinnovando le divisioni tra le generazioni del Paese.

Il contesto della protesta

Il conflitto è nato da un verdetto che consente al governo di ripristinare il sistema di quote riservate ai figli di veterani della guerra di indipendenza del 1971. Questo rigurgito di una normativa già contestata ha scatenato la furia di milioni di studenti, spinti dalla frustrazione per le disuguaglianze socio-economiche e dalla mancanza di opportunità. Il loro obiettivo è chiaro: un sistema meritocratico che permetta a tutti di accedere ai posti pubblici e alla stabilità economica.

Approfondimento sul sistema delle quote

La storia delle quote in Bangladesh

Il sistema delle quote è stato istituito nel 1972, con l'intenzione di garantire uguale accesso ai posti di lavoro pubblici. Tuttavia, nel corso degli anni, è emerso come un sistema insostenibile, ostacolato dalla rapida crescita della popolazione. Già nel 2018, studenti e giovani professionisti avevano protestato per chiedere la sua abolizione, sostenendo che le quote limitassero le loro possibilità. Il governo di Sheikh Hasina, in carica dal 2009, aveva inizialmente accolto queste richieste, solo per tentare ora di ripristinare tale sistema, esacerbando la frustrazione e l’indignazione dei manifestanti.

Le ripercussioni sul mercato del lavoro

La pressione per ottenere una posizione nell'amministrazione pubblica è notevole: ogni anno, circa 400 mila persone competono per soli 3000 posti. Questo ha reso sempre più difficile l'accesso, incrementando il tasso di disoccupazione tra i giovani – oltre il 40% dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni è senza lavoro e non coinvolto in percorsi formativi. La situazione è ulteriormente complicata dalla stagnazione economica del Paese e dalle crescenti difficoltà legate all'occupazione giovanile.

La crisi socio-economica e le sue conseguenze

Un contesto di crescita ineguale

Nonostante il Bangladesh abbia visto una rapida crescita economica negli ultimi 20 anni, abbattendo i tassi di povertà dal 34% al 10,44%, esistono ancora oltre 40 milioni di persone che vivono al di sotto della soglia di povertà. Molti rischiano di perdere tutto in caso di crisi economiche o sanitarie. La crescente inflazione e le minacce dei cambiamenti climatici aggravano la vulnerabilità, creando una situazione fragile, specialmente per i più giovani del Paese.

L’impatto del malcontento sociale

Il malcontento tra i giovani è un fenomeno che merita attenzione, non solo per la dimensione delle manifestazioni, ma anche per le implicazioni future. La mancanza di opportunità lavorative e il rapido aumento del costo della vita pongono in pericolo la stabilità sociale. I giovani vedono nel lavoro nella pubblica amministrazione una via per migliorare la loro condizione di vita, rendendo le quote un argomento di discussione sempre più attuale.

L'escalation delle manifestazioni

I recenti sviluppi delle proteste

Dopo un paio di settimane caratterizzate da tensioni crescenti, il 15 luglio le manifestazioni hanno raggiunto un picco di violenza, scaturito dal rifiuto del primo ministro di ascoltare le richieste degli studenti. Il governo ha adottato misure severe: sono state chiuse le scuole e le università, implementati divieti di riunioni pubbliche e coprifuoco, mentre la polizia ha arrestato attivisti e manifestanti, aggravando la situazione.

La reazione del governo e i nuovi sviluppi

Solo di recente, la Corte Suprema ha annullato il provvedimento sull’aumento delle quote, riducendole significativamente. Il leader del movimento studentesco, Nahid Islam, ha annunciato una sospensione delle manifestazioni, ma il clima rimane teso, e nuove proteste potrebbero sorgere qualora il governo non risponda in tempi brevi alle istanze dei giovani.

La sfida politica di Sheikh Hasina

Un governo in difficoltà

La premier Sheikh Hasina, alla guida del Paese per il quinto mandato consecutivo, si trova a dover fronteggiare una crisi senza precedenti. La sua coalizione ha sempre conteso il potere con il sostegno dei veterani della guerra di indipendenza, una base elettorale storicamente significativa. Tuttavia, l’attuale pressione popolare rappresenta una sfida dura per il suo governo, costringendolo a riconsiderare le proprie politiche di fronte a un malessere sociale evidente.

Il futuro del Bangladesh e delle sue giovani generazioni

Gli sviluppi futuri in Bangladesh saranno cruciali, non solo per il governo di Sheikh Hasina, ma soprattutto per i giovani e il loro desiderio di un cambiamento significativo. La risposta delle istituzioni alle attuali richieste e le misure da intraprendere per creare un clima di stabilità sociale ed economica saranno decisive per il futuro del Paese.

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