Barbara Nappini: la transizione da manager della moda a custode della natura a Pordenonelegge
L’evento Pordenonelegge ha ospitato un’importante riflessione sul nostro rapporto con la natura, grazie all’intervento di Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia. Durante la presentazione del suo libro “La natura bella delle cose“, Nappini ha invitato il pubblico a riconsiderare l’atteggiamento antropocentrico che pervade la società moderna, sostenendo che il nostro destino è intimamente legato a quello della natura stessa.
Un cambio di prospettiva sull’ambiente
L’antropocentrismo e il rischio di isolamento
Barbara Nappini ha evidenziato come la nostra società sia infiltrata da un profondo senso di antropocentrismo, in cui l’essere umano si pone al centro dell’universo, con l’idea di poter controllare, gestire o salvare la natura. Secondo Nappini, invece, è fondamentale comprendere che la natura non può essere vista come un’entità separata dalla nostra esistenza, ma che siamo parte di un sistema più ampio e interconnesso. “Se trattiamo la natura con maggiore rispetto e attenzione, sarà lei a prendersi cura di noi“, ha affermato. La presidente di Slow Food ha ribadito l’importanza di percepire noi stessi come parte integrante del vivente, piuttosto che come alieni disconnessi dalla realtà naturale.
Riflessioni personali e professionali
Durante la sua presentazione, Nappini ha condiviso la sua personale esperienza professionale, trascorsa per 15 anni all’interno di una multinazionale della moda a Firenze. Pur vivendo un periodo di grande comfort e stabilità , ha iniziato a provare un crescente disagio interiore. “Mi sono chiesta se il mio lavoro quotidiano stesse realmente contribuendo a migliorare il nostro pianeta“, ha raccontato. Questa riflessione ha portato Nappini a mettere in discussione il suo stile di vita, cercando di allineare le sue azioni quotidiane con i valori in evoluzione della sua coscienza.
La transizione verso una vita a contatto con la natura
Abbandono e riscoperta
Decisa a dare una svolta radicale alla sua vita, Nappini ha preso una decisione audace, abbandonando il suo lavoro, vendendo la casa di Firenze e trasferendosi in campagna con i figli e i genitori. Qui ha tentato di dedicarsi all’agricoltura, avviando insieme alla madre un’azienda agricola biologica. Tuttavia, i primi due anni si sono rivelati un percorso difficile e pieno di insuccessi. “Nonostante le difficoltà , questi fallimenti si sono rivelati esperienze formative e preziose“, ha affermato. La riflessione su tali esperienze ha offerto l’opportunità di scoprire nuovi aspetti di sé e del contesto che la circondava.
L’importanza dell’insuccesso come insegnamento
Nappini ha sottolineato quanto l’insuccesso possa essere un maestro, in grado di stimolare la crescita personale e l’introspezione. “Spero che il mio libro rappresenti un incoraggiamento. Non provengo da una condizione privilegiata, quindi se ce l’ho fatta io, chiunque può farlo“, ha affermato. La sua esperienza di transizione ci invita a riflettere su come i cambiamenti, anche se apparentemente difficili, possano portare a una vita più autentica, in armonia con la natura e con i nostri valori interiori.
L’invito alla riscoperta di sé e della natura
Verso un futuro collaborativo con l’ambiente
Con “La natura bella delle cose“, Barbara Nappini non si limita a raccontare la sua storia; intende anche promuovere un dialogo più profondo sulla sostenibilità e sulla necessità di un approccio rispettoso verso l’ambiente. La sua visione è chiara: un futuro in cui l’umanità ristabilisce un legame autentico con la natura è non solo auspicabile, ma necessario. Ogni lettore è invitato a riflettere su come le proprie scelte quotidiane possano influenzare il mondo che ci circonda.
In un periodo in cui la crisi ambientale è sempre più evidente, le parole di Barbara Nappini rivestono un’importanza cruciale. La sua storia è un esempio di come cambiamenti radicali possano dare vita a nuove opportunità , non solo per l’individuo, ma per la comunità e l’ambiente intero. La sfida è ora aperta a tutti: riconnettersi con la natura e abbracciare un’esistenza più consapevole.
Ultimo aggiornamento il 22 Settembre 2024 da Sofia Greco