Barcellona e l’iperturistificazione: residenti in protesta mentre gli affitti brevi destano preoccupazioni

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Barcellona e l'iperturistificazione: residenti in protesta mentre gli affitti brevi destano preoccupazioni - Gaeta.it

Il fenomeno dell'iperturistificazione sta suscitando tensioni crescenti a Barcellona, dove i residenti si mobilitano contro la crescente presenza di affitti brevi. In un contesto economico già provato, le misure adottate dal sindaco Collboni puntano a tutelare i diritti dei cittadini, ma sollevano interrogativi sul futuro del turismo nella città catalana. A fare luce sulla situazione è Filippo Celata, professore di Geografia Economica presso l'Università La Sapienza di Roma.

la situazione a barcellona

Mobilitazione dei residenti

Barcellona rappresenta un caso emblematico nell'attuale dibattito sull'iperturistificazione. I residenti esprimono preoccupazione per l'impatto che il turismo ha sulla vita quotidiana e sull'accessibilità abitativa. Le proteste recenti hanno portato alla ribalta le richieste di regolamentazioni più severe per gli affitti brevi, mentre il sindaco Collboni ha annunciato la decisione di non rinnovare le licenze per gli appartamenti turistici in scadenza nel 2028. Questo annuncio ha scatenato discussioni riguardo all'efficacia di tali misure, che potrebbero risultare fondamentali per preservare il tessuto sociale della città.

Normative storiche e contesto attuale

La questione degli affitti brevi non è nuova per Barcellona. Già nel 2012, la città aveva imposto restrizioni, vietando di concedere nuove licenze nella Ciudad Vella. A confronto, in Italia, città come Firenze stanno ora considerando simili provvedimenti. È opportuno sottolineare che le misure annunciate dal sindaco Collboni, sebbene drastiche, devono essere accompagnate da normative chiare e ben definite, affinché possano realmente alleviare la pressione sui residenti senza danneggiare eccessivamente il settore turistico.

impatto sugli affitti e sul turismo

Diritto alla casa e indotto economico

Negli ultimi dieci anni, Barcellona ha visto un incremento del 68% degli affitti, lasciando molti residenti in difficoltà nel reperire abitazioni accessibili. Questo fenomeno si intreccia con l'indotto economico che il turismo genera, fondamentale per l'economia locale, stimato in 12,7 miliardi di euro per il 2023. Tuttavia, la domanda fondamentale rimane: è possibile equilibrare il diritto alla casa con le esigenze di un settore turistico fiorente?

Opinioni contrastanti

Critiche alla gestione attuale provengono sia dal settore turistico, che teme un impatto negativo sulle entrate e sulla vivacità economica della città, sia da attivisti e residenti, che chiedono una riformulazione del modello economico basato sul turismo. Secondo l’associazione di appartamenti turistici di Barcellona, Apartur, gli affitti brevi costituiscono solo lo 0,77% del totale degli alloggi, mentre altre statistiche suggeriscono che molto di ciò che è destinato all'affitto rimane occupato da residenti stabili. Questa discrepanza di dati contribuisce a complicare ulteriormente il dibattito.

effetti sul tessuto sociale

Commercializzazione degli spazi urbani

La proliferazione di affitti brevi non ha gravi conseguenze solo per il mercato immobiliare, ma anche per il tessuto commerciale della città. Secondo le ricerche, l’afflusso di turisti che soggiornano in appartamenti influisce negativamente sulle attività locali destinate agli abitanti, come supermercati e negozi di servizio. Queste realtà commerciali faticano a mantenere la loro sostenibilità economica di fronte alla trasformazione dell'area urbana in un ambiente sempre più orientato al consumo turistico.

Alterazione della demografia cittadina

L'emergenza abitativa ha portato a un rapido spopolamento delle aree centrali, con un'incidenza significativa sulla popolazione. Tra il 2014 e il 2019, il centro di Roma ha visto ridursi la sua popolazione del 35,8%, portando alla chiusura di servizi essenziali, come le scuole. Le aree abbandonate vengono progressivamente infiltrate da negozi e ristoranti progettati per attrarre esclusivamente turisti, contribuendo all'omogeneizzazione dell'offerta commerciale.

limitazioni e regolamentazione: un confronto con l'italia

Misure nella regolamentazione degli affitti brevi

In molte città europee, sono state attuate normative che stabiliscono restrizioni sul numero di giorni in cui un appartamento può essere affittato a turisti. New York, ad esempio, ha normato affitti di oltre 30 giorni solo se il proprietario risiede nell'immobile. Questo approccio mira a limitare la possibilità che gli affitti brevi diventino un’attività imprenditoriale a tempo pieno, contribuendo a proteggere il mercato abitativo.

Situazione italiana e mancanza di regolamentazione

L'Italia, tuttavia, mostra ancora lacune significative nella regolamentazione degli affitti brevi. Il tentativo di Firenze di bloccare nuove licenze nel centro storico, sebbene con buone intenzioni, rischia di perpetuare lo spopolamento senza affrontare il problema centrale. Non esiste una legge nazionale coerente che possa supportare le città colpite da questa crisi abitativa. Le recenti proposte di introduzione di licenze a termine non hanno ancora portato risultati concreti.

Ruolo dell'unione europea

A livello europeo, il Consiglio dell'Unione europea ha approvato un Regolamento per migliorare la trasparenza e la condivisione dei dati, sebbene non ancora risolutivo rispetto agli affitti in crescita. La priorità dell’Unione rimane su un’ottica di mercato, limitando il potere di intervento normativo. La trasparenza dei dati, tuttavia, si rivela essenziale per una gestione efficace e per valutazioni statistiche pertinenti.

Le misure adottate in diverse città europee per contrastare il fenomeno dell'iperturistificazione forniscono modelli interessanti, ma la strada verso una regolamentazione equilibrata è ancora lungi dall'essere tracciata.

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