La situazione occupazionale a Fabriano, comune marchigiano storicamente rinomato nel settore metalmeccanico, si complica ulteriormente. All’indomani di un incontro svolto a Roma al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, la sindaca di Fabriano, Ghergo, ha espresso la netta opposizione al piano industriale proposto da Beko Europe, che prevede 1.900 esuberi. Questo articolo esplora i dettagli cruciali della situazione, le ripercussioni per la comunità locale e la posizione del governo.
La proposta di Beko e la reazione delle istituzioni
Durante il vertice romano, Beko ha ribadito la sua intenzione di attuare un piano che comporterebbe la riduzione del personale in vari stabilimenti, tra cui quelli di Fabriano, Comunanza, Siena e Cassinetta. La risposta rimarcata da Ghergo e dalle altre istituzioni locali è stata una chiara richiesta di revoca immediata del piano. La sindaca ha sottolineato che “il piano è inaccettabile, soprattutto considerando che l’azienda è stata acquisita recentemente da Whirlpool.” Gli interventi delle organizzazioni sindacali e del Ministro Urso hanno aggiunto ulteriore pressione chiedendo un nuovo progetto che garantisca investimenti piuttosto che tagli al personale.
Le conseguenze per il distretto fabrianese
Fabriano, un tempo punta di diamante del settore cartaceo e metalmeccanico, si trova a un bivio cruciale. Con l’ipotesi di circa 400 licenziamenti nei suoi stabilimenti, tra cui il centro di Ricerca e Sviluppo e gli uffici amministrativi, la comunità locale teme un grave colpo alla propria economia. L’allerta è alta poiché la chiusura di aziende come Fedrigoni, unita ai tagli previsti da Beko, potrebbe portare a effetti devastanti per l’area. È un momento storico di crisi in cui il know-how locale, costruito con fatica negli anni, rischia di essere disperso.
Il ruolo del governo e l’applicazione del Golden Power
Il Ministro Urso ha manifestato una disponibilità a intervenire fortemente, minacciando l’applicazione del Golden Power, un meccanismo che consente allo Stato di bloccare operazioni ritenute dannose per gli interessi nazionali. Questa iniziativa è vista come un passo cruciale non solo per il futuro dei lavoratori, ma anche per la salvaguardia di un’intera realtà economica. Il Ministro ha chiesto un piano che non solo prevenga i licenziamenti, ma che favorisca anche lo sviluppo industriale attraverso investimenti concreti.
Unione delle istituzioni locali in difesa dei posti di lavoro
La vertenza che coinvolge Beko non riguarda solo Fabriano, ma ha ripercussioni sull’intero sistema produttivo delle Marche. La sindaca ha messo in luce l’importanza di unire le forze tra le istituzioni locali per affrontare una battaglia che va ben oltre i confini del distretto. La corale difesa dei posti di lavoro ha visto la partecipazione attiva e il sostegno di tutte le autorità locali, guidando una campagna di sensibilizzazione che punta a salvaguardare le professionalità e le produzioni storiche della regione.
La situazione è complessa e in continua evoluzione, ma il messaggio è chiaro: Fabriano e le sue istituzioni non sono disposte a perdere la loro identità economica e lavorativa. Ogni giorno, si compie un passo in più nella lotta al fianco dei lavoratori, per un futuro che possa valorizzare l’impegno e le capacità del territorio.
Ultimo aggiornamento il 11 Dicembre 2024 da Sara Gatti