L’analisi condotta dall’Istat offre un quadro interessante e dettagliato sul benessere in Veneto, relativo a una valutazione che considera 11 domini del Benessere Equo e Sostenibile a livello provinciale. I dati mostrano come il Veneto si distingua nel panorama nazionale, con un buon posizionamento rispetto alle regioni italiane. Approfondiamo le specificità e le differenze che caratterizzano questo territorio, esaminando sia le province più favorevoli che quelle in difficoltà.
Un confronto tra province: i dati del Veneto
L’analisi dei 64 indicatori provinciali suddivide il benessere in cinque categorie: bassa, medio-bassa, media, medio-alta e alta. I dati rivelano un risultato significativo per il Veneto: il 50,3% delle misure collocate nelle classi di benessere alta e medio-alta. In confronto, a livello nazionale, la distribuzione è meno incoraggiante, con solo il 41,8% delle province italiane nelle classi di benessere più elevate. Anche l’analisi regionale per il Nord-est pone il Veneto su una linea simile all’Emilia-Romagna, che registra il 55,4% delle misure nelle classi alte. Tuttavia, il Friuli-Venezia Giulia e il Trentino-Alto Adige spiccano per performance superiori, rendendole le regioni più avvantaggiate anche su base nazionale.
Verona guida la classifica del benessere
Nel panorama veneto, Verona emerge come la provincia con la quota più alta di indicatori nelle classi di benessere elevate, raggiungendo il 57,8%. La porzione di misure collocata nelle classi più basse è notevolmente ridotta, attestandosi al 17,2%. Anche Padova, Vicenza e la città metropolitana di Venezia si allineano a queste performance, mostrando percentuali superiori al 50% nelle classi più elevate. Al contrario, Rovigo non gode della stessa fortuna, con solo il 39,1% degli indicatori nelle fasce alte, di cui un triste 9,4% nella classe più alta. È evidente come le differenze tra le province possano influenzare la percezione del benessere a livello regionale, richiedendo un’ulteriore osservazione sulle motivazioni di queste disparità.
Criticità ambientali: il lato oscuro del benessere
Nonostante le cifre positive sul benessere, l’analisi rivela anche un aspetto preoccupante: il dominio ambiente presenta un quadro molto critico. Qui, il 49,2% degli indicatori è collocato nelle fasce di benessere più basse, mentre solo il 30,1% si trova nelle classi elevate. Uno degli aspetti più allarmanti è l’impermeabilizzazione del suolo, che nel 2022 in Veneto si attesta all’11,9%, un valore significativamente superiore rispetto al 7,1% della media italiana. Solo Belluno si distingue con un tasso inferiore , mentre tutte le altre province superano la media nazionale, con Padova che registra il massimo con il 18,7%.
In tema di energia rinnovabile, il Veneto mostra un tasso di produzione di elettricità da fonti rinnovabili pari al 21,3%, ben al di sotto del 30,7% della media nazionale. Significative le differenze tra le province, che oscillano dall’11% di Vicenza al 129% di Belluno, che rimane la più produttiva della regione. Un altro dato critico riguarda la dispersione dell’acqua potabile, che nel 2022 si attesta al 42,2% a livello regionale, superando la media dei comuni italiani e risultando più preoccupante rispetto ai valori del Nord-est, che sono pari al 37,2%. Belluno, in questo caso, registra il tasso di dispersione più alto, raggiungendo un 70,4%, evidenziando ulteriormente le sfide ambientali da fronteggiare per garantire un benessere sostenibile nel Veneto.
Ultimo aggiornamento il 19 Dicembre 2024 da Sara Gatti