La Fiera di Sant’Alessandro di Bergamo ha ospitato il convegno “Agricoltura e Turismo: prospettive al 2030”, un incontro che ha messo in luce il ruolo cruciale dell’imprenditore agricolo nel contesto attuale. In un modo che unisce tradizione, innovazione e sostenibilità, il convegno ha evidenziato come queste figure possano fungere da ponti tra il passato e un futuro sempre più orientato verso la sostenibilità.
L’imprenditore agricolo: un ambasciatore delle tradizioni
Un ruolo chiave per la comunità
Silvia Bernini, presidente di Penisola Verde, ha descritto l’imprenditore agricolo come una figura fondamentale per il territorio. Non solo custode delle tradizioni, ma anche un innovatore che adatta le pratiche agricole alle esigenze moderne. Questo dualismo di funzioni permette agli agricoltori di non solo mantenere vive le tradizioni locali, ma anche di contribuire attivamente alla sostenibilità ambientale e sociale.
L’importanza dell’imprenditore agricolo si riflette nel suo ruolo di fornitore di beni e servizi di alta qualità. Con una forte connessione al territorio e la capacità di rispondere alle richieste del mercato, gli agricoltori diventano veri e propri punti di riferimento per le comunità locali. Il loro lavoro non si limita solamente alla produzione di alimenti, ma si estende sino alla creazione di esperienze uniche per i visitatori, contribuendo al turismo rurale.
Innovazione e tradizione: un connubio vincente
L’intervento di Silvia Bernini ha sottolineato che l’inserimento di tecnologie moderne e pratiche innovative nell’agricoltura è essenziale per affrontare le sfide odierne. Le tecniche di agricoltura biologica, l’utilizzo di strumenti digitali per la gestione delle coltivazioni e l’adozione di pratiche sostenibili sono tutte strategie che permettono di mantenere la competitività sul mercato. L’imprenditore agricolo oggi è quindi un professionista formato, che sa navigare sia le tradizioni del passato che le novità del presente.
Le fattorie didattiche: un aumento significativo
Crescita e sviluppo
Un altro aspetto importante emerso dal convegno è l’aumento del numero di fattorie didattiche in attività. Nel 2023, si registrano 3.438 fattorie didattiche in Italia, segnando un incremento del 4% rispetto all’anno precedente e del 7,9% rispetto a due anni fa. Questi dati testimoniano un crescente interesse da parte delle famiglie per l’educazione alla sostenibilità e alla vita rurale.
Le fattorie didattiche non rappresentano solo un’opportunità di apprendimento per i più giovani, ma anche un’esperienza di immersione nella cultura agricola. Attraverso laboratori, visite guidate e attività interattive, queste strutture offrono un modo per riscoprire le origini alimentari e le pratiche agricole tradizionali, favorendo una maggiore consapevolezza riguardo ciò che mangiamo e come viene prodotto.
Un futuro promettente
La crescita delle fattorie didattiche indica una tendenza positiva nel settore agricolo e turistico. Queste realtà non sono solo in grado di educare le nuove generazioni, ma anche di attrarre visitatori, integrando così economia e cultura. Le prospettive per il 2030 delineano un futuro in cui agricoltura e turismo continuano a intersecarsi, creando opportunità di sviluppo per entrambe le aree.
Il convegno a Bergamo ha rimarcato l’importanza di sinergie tra agricoltura e turismo, sottolineando come insieme possano contribuire a un territorio più forte e più sostenibile. In un mondo che cerca di bilanciare modernità e tradizione, l’imprenditore agricolo resta un attore chiave per il futuro.
Ultimo aggiornamento il 8 Settembre 2024 da Armando Proietti