Il progetto per la realizzazione di un biodigestore a Chianche, in provincia di Avellino, si trova attualmente in una fase di stallo a seguito della decisione del Tar della Campania. La controversia ha coinvolto diverse identità locali, i cui esponenti hanno espresso grande soddisfazione per l’esito positivo della loro battaglia legale. L’impianto, potenzialmente idoneo a produrre venti tonnellate di sovvalli e tra le 20 e le 30 tonnellate di compost al giorno, è stato contestato per il suo impatto ambientale e per la criticità rappresentata alla viabilità stradale.
Impatto ambientale e criticità alla circolazione
Una valutazione contestata
Il progetto del biodigestore ha sollevato preoccupazioni riguardanti l’impatto ambientale, in particolare per ciò che concerne il traffico degli automezzi che sarebbero stati coinvolti nella gestione dell’impianto. La Valutazione di Impatto Ambientale non ha preso in considerazione la rilevanza della circolazione stradale sulla strada provinciale 88, dove avrebbero dovuto transitare numerosi veicoli. Gli automezzi in entrata e in uscita sarebbero stati una fonte di congestione e potenziali incidenti, in un’area già segnata da problematiche di viabilità .
Inoltre, l’impianto si trova in una zona classificata come agricola di alta qualità , fondamentale per la produzione di Greco di Tufo DocG, un vino di prestigio. La scelta del posizionamento del biodigestore in un contesto così fragile dal punto di vista agronomico ha sollevato critiche da parte di vari gruppi di cittadini e delle amministrazioni comunali colpite. Questo contesto agricolo e naturalistico è un fattore cruciale da considerare quando si propone la realizzazione di impianti con un significativo impatto ambientale.
La vittoria dei sindaci e dei comitati
La battaglia legale
La decisione del Tar ha visto coinvolti i sindaci di cinque comuni: Altavilla, Tufo, Santa Paolina, Montefusco e Petruro. Questi rappresentanti territoriali hanno impugnato le delibere della Regione Campania e del comune di Chianche, sostenendo che il progetto non rispettasse le necessità ambientali e le peculiarità agricole della zona. L’udienza si è tenuta il 21 maggio scorso e la pronuncia è stata resa nota solo recentemente.
Il Tar, presieduto da Maria Abbruzzese, ha accolto le istanze dei sindaci, annullando le decisioni precedentemente adottate. Questo esito ha rappresentato una svolta significativa nella battaglia contro il biodigestore, mettendo in risalto le preoccupazioni legittime dei cittadini e delle amministrazioni locali. La sentenza non solo evidenzia la vulnerabilità del contesto agricolo, ma sottolinea anche l’importanza di un’accurata valutazione degli impatti futuri di progetti di questo genere.
Conseguenze per la comunitÃ
La vittoria legale dei sindaci e dei comitati ha avuto un impatto immediato e positivo sulle comunità locali. Le preoccupazioni per la qualità della vita, la gestione dei rifiuti e la salute ambientale sono stati elementi facenti parte dell’agenda politica e sociale della zona. La decisione del Tar non solo rappresenta un passo indietro per il biodigestore, ma funge anche da monito per future iniziative di installazioni simili, che potrebbero entrare in conflitto con il tessuto sociale e economico delle comunità .
Il consenso ottenuto attraverso questa battaglia legale sul biodigestore di Chianche è emblematico di una crescente sensibilità verso le questioni ambientali e territoriali. I sindaci, entusiasti per questo esito, stanno già preparando delle strategie per garantire che le istanze dei cittadini rimangano al centro delle politiche locali, promuovendo un dialogo costante con le autorità competenti.*
Resta da vedere quali saranno i prossimi sviluppi in questa controversia, mentre le comunità si preparano a richiedere un maggiore coinvolgimento nelle decisioni che riguardano il loro territorio.*