Durante un imprevisto blackout all’aeroporto Francisco Ca Carneiro di Porto, numerosi viaggiatori si sono trovati bloccati senza ricevere informazioni chiare sulla situazione. Le difficoltà si sono fatte sentire in modo particolare per chi viaggiava con bambini o famiglie, con lunghe code e servizi interrotti. I problemi tecnici hanno portato a cancellazioni di voli e a una gestione del caos che ha messo a dura prova i passeggeri in attesa. Un’esperienza raccontata da una turista romana che si trovava in Portogallo con la famiglia.
Il blackout e il caos tra file interminabili e mancanza di informazioni
Il blackout improvviso ha bloccato ogni attività nell’aeroporto di Porto. I sistemi elettronici sono andati offline, lasciando migliaia di passeggeri senza accesso a servizi essenziali. Annalisa Maesti Santanocito, che si trovava lì con marito, figlio e amici, ha descritto una scena di confusione e attesa senza fine. Non c’erano sportelli operativi a cui rivolgersi per aggiornamenti o assistenza: le persone erano costrette a cercare risposte tra la folla.
I bar hanno venduto solo acqua mentre le farmacie dell’aeroporto sono rimaste chiuse. Le carte di credito non funzionavano, complicando ulteriormente le cose per chi doveva acquistare cibo o altri prodotti. Tante famiglie con bambini piccoli si sono ritrovate in una situazione di disagio crescente senza punti di riferimento. Solo i tassisti locali si sono resi disponibili per offrire un sostegno concreto, mettendo a disposizione le auto per permettere ai passeggeri di ricaricare i cellulari, unico collegamento rimasto con il mondo esterno.
Le partenze sono state sospese e nessuna comunicazione ufficiale ha fatto chiarezza sulle tempistiche di ripresa dei voli. Questo ha fatto aumentare la tensione e, soprattutto, l’incertezza tra chi aveva programmato il viaggio di ritorno.
Voli cancellati e ferie prolungate: la situazione dei passeggeri rimasti a porto
La cancellazione dei voli ha costretto molti viaggiatori, incluso il gruppo della turista romana, a prolungare il soggiorno a Porto. In attesa di nuove disposizioni sull’operatività degli scali, molti hanno dovuto cercare sistemazioni alternative, scontrandosi poi con la difficoltà di trovare posto negli alberghi a causa delle festività e dei “ponti” in calendario in quella fase.
Annalia ha raccontato di spostarsi da un hotel all’altro con valigie al seguito, senza la certezza di quando sarebbe stato possibile tornare in Italia. Il fatto che i disagi fossero imprevedibili ha complicato la situazione degli italiani bloccati in Portogallo. La preoccupazione era anche sul fatto che i dispositivi per controllare i passeggeri e i bagagli non funzionavano, aumentando i timori sulla sicurezza.
In queste ore di attesa, la scelta di evitare le lunghe file per i primi voli disponibili si è rivelata una decisione dettata dalla prudenza, considerando che i sistemi tecnologici per il check-in e il controllo bagagli restavano offline.
La gestione dell’emergenza e la sicurezza durante il blackout tecnologico
La mancanza di desk informativi attivi e l’assenza di personale in grado di condividere aggiornamenti ha reso la gestione dell’emergenza davvero complicata. Senza una comunicazione chiara, passeggeri e operatori si sono trovati a dover fronteggiare una criticità che ha evidenziato limiti nella capacità di rispondere tempestivamente a un problema del genere.
Gli effetti del blackout si sono fatti sentire anche sul controllo sicurezza, considerando che i dispositivi elettronici impiegati per identificare viaggiatori e bagagli erano fuori uso. Questa sospensione ha sollevato dubbi riguardo al rispetto degli standard minimi di sicurezza in un momento delicato e di caos.
Si sono viste soluzioni di fortuna come la disponibilità dei tassisti ad aiutare i passeggeri in difficoltà, ma resta la questione di come un aeroporto importante come quello di Porto possa prepararsi meglio ad affrontare emergenze tecnologiche. Le indicazioni fornite dai responsabili della struttura nelle ore successive non sono state sufficienti a dissipare l’incertezza crescente tra chi attendeva di rientrare a casa.