Un’operazione di grande rilevanza ha avuto luogo a Casoria, segnando un duro colpo al clan Moccia. Le forze dell’ordine hanno eseguito un blitz che ha portato all’arresto di Mauro Franzese, soprannominato “Maruzziell”, e di altri cinque presunti membri dell’organizzazione camorristica attiva nel territorio di Afragola e Casoria. Questo intervento, frutto di un intenso lavoro investigativo, mira a indebolire il potere della cosca e a riaffermare la legge nella zona.
Il contesto del blitz e gli arresti
La Direzione Distrettuale Antimafia ha emesso un decreto di fermo a carico di Mauro Franzese, 55 anni, figura chiave e storica del clan Moccia, nota per la sua lunga carriera criminale. Oltre a lui, sono stati arrestati anche cinque collaboratori: Salvatore Barbato, conosciuto come “’Totor ’o can”, 57 anni; Salvatore Ambrosio, alias “’o chiatton”, 31 anni; Jonathan Piglia, 29 anni; Vincenzo Russo, chiamato “’o magone”, 41 anni; e Salvatore Iorio, “Totore ’o siciliano”, 40 anni. Tutti sono accusati di diversi reati, tra cui associazione mafiosa, estorsione e traffico di sostanze stupefacenti, con l’aggravante del metodo camorristico.
Il blitz è avvenuto in un contesto critico, considerando che Salvatore Barbato si trova attualmente in ospedale, gravemente ferito a seguito di un agguato dello scorso novembre. Questo intervento della polizia si è reso necessario dopo un anno di indagini, nel quale gli inquirenti hanno raccolto prove e testimonianze che dipingono un quadro chiaro delle operazioni del clan Moccia.
La strategia criminale del clan Moccia
Secondo quanto rivelato dall’indagine, il clan Moccia ha attuato, a partire da inizio anno, una strategia aggressiva voluta da Franzese per conquistare il controllo economico e territoriale. Le modalità utilizzate per piegare la volontà di imprenditori, commercianti e altri operatori economici sono state violente e intimidatorie. Le estorsioni si sono accompagnate a minacce e danneggiamenti, creando un clima di paura e sottomissione.
Le investigazioni della Squadra Mobile, sotto la guida dei sostituti procuratori Ilaria Sasso del Verme e Giorgia De Ponte, hanno messo in evidenza un sistema ben organizzato di raccolta di tangenti. I membri del clan si sono resi responsabili di operazioni criminosi mirate a monopolizzare attività commerciali, sfruttando un’ampia rete di intimidazioni e violenze per mantenere la propria posizione di potere.
Ruoli e dinamiche interne del gruppo
All’interno del gruppo, ogni membro degli arrestati ha ricoperto un ruolo specifico. Salvatore Barbato, Jonathan Piglia e Salvatore Ambrosio erano particolarmente attivi nella gestione del traffico di droga e nel monopolio del racket. L’indagine ha rivelato come questi personaggi si siano riuniti più volte per pianificare attacchi e intimidazioni, eseguendo ricognizioni per identificare le vittime ideali da colpire.
Vincenzo Russo, oltre a collaborare nelle operazioni dei raid, ha avuto un ruolo cruciale nella logistica dell’organizzazione. Nel frattempo, Salvatore Iorio ha gestito il traffico di stupefacenti e ha facilitato contatti con altri clan. Questi legami, secondo la DDA, sono stati finalizzati anche a possibili vendette nei confronti di rivali, confermando la pervasività e la complessità delle dinamiche di potere all’interno del crimine organizzato.
Quest’operazione rappresenta dunque un importante passo nella lotta contro la camorra, un fenomeno che continua a mettere a dura prova la sicurezza e la legalità in diverse aree del paese. L’attività investigativa rimane aperta e la DDA continuerà a monitorare il territorio per limitare ulteriormente l’influenza del clan Moccia.