Un’importante operazione della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ha portato alla luce un vasto sistema di estorsioni legato ai clan camorristici della zona di Ponticelli. Stamane sono stati arrestati 12 membri del clan De Luca Bossa-Casella, mentre altri tre membri del clan De Martino hanno ricevuto gli arresti domiciliari. L’inchiesta coinvolge complessivamente 29 indagati, evidenziando come la criminalità organizzata continui a mantenere un controllo capillare su diverse attività illecite nel territorio.
L’insidia del sistema estorsivo
L’operazione degli inquirenti ha svelato un meccanismo di estorsioni messo in atto dal clan, che agiva non solo a Ponticelli, ma anche in aree limitrofe come Cercola, con particolare attenzione alla zona conosciuta come Caravita. La ricerca ha rivelato che il clan non aveva scrupoli nell’estorcere denaro a una vasta gamma di soggetti, da venditori di sigarette di contrabbando a ladri di auto e scooter. I membri del clan riservavano un trattamento speciale per gestori delle piazze di spaccio e per imprenditori, che dovevano fronteggiare richieste di denaro molto elevate.
I pizzi, o le tariffe imposte, variavano a seconda del soggetto e del tipo di attività. Per esempio, i ladri potevano essere costretti a pagare da 100 a 200 euro a settimana, mentre chi gestiva bancarelle di sigarette di contrabbando doveva versare 100 euro a settimana. Le richieste per chi operava nelle piazze di spaccio di Cercola potevano oscillare tra 200 e 500 euro settimanali. Ciò evidenzia come il clan avesse un giro d’affari notevole, estendendo il suo potere a differenti apparati della vita quotidiana.
Le intercettazioni telefoniche hanno confermato questa rete di intimidazioni e aggressività. Ad esempio, una conversazione intercettata tra due arrestati ha rivelato le minacce e le richieste di pagamento che dovevano essere rispettate. Questa conversazione ha messo in luce la gerarchia e il potere che il clan deteneva sul territorio, con avvertimenti diretti a coloro che osavano non rispettare le imposizioni.
La struttura del clan e il ruolo dei pentiti
Nella relazione di 100 pagine dell’ordinanza cautelare, sono presenti numerose testimonianze, in particolare quella di Rosario Rolletta, ex membro del clan che ha fornito dettagli preziosi sul funzionamento della consorteria. Il pentito ha infatti affermato che, durante il suo periodo attivo, Salvatore De Martino era il leader della famiglia omonima, e che a causa della detenzione del fratello Antonio, il potere decisionale era concentrato nelle sue mani.
Dal verbale del 4 dicembre 2020 si apprende che il clan De Martino era gestito da Salvatore De Martino, che presiedeva tutte le operazioni del gruppo, e si occupava dei dettagli più violenti, come gli agguati. Le informazioni fornite da Rolletta hanno permesso agli investigatori di mappare il panorama criminale del quartiere e hanno fornito fondamentali dettagli sull’organizzazione interna e le modalità operative del clan.
L’impatto di queste dichiarazioni ha fornito un quadro più chiaro della struttura gerarchica all’interno del gruppo mafioso. Ogni membro aveva un ruolo specifico e, all’occorrenza, i compiti venivano ripartiti in modo da non compromettere l’efficienza dell’intera operazione illecita. Queste informazioni si sono rivelate cruciali per lo sviluppo dell’inchiesta e per le fasi successive dell’operazione giudiziaria.
Elenco completo degli indagati
L’operazione ha portato all’emissione di mandati di arresto per un numero significativo di individui legati alla camorra. Ecco l’elenco dettagliato degli indagati, con ognuno identificato da un soprannome e se già in carcere o in fase di indagine:
- Amico Santolo, detto “Santoluccio”; indagato
- Aprea Raffaele, detto “Lello”; in carcere
- Audino Francesco, detto “Cinese”; indagato
- Aulisio Nicola, detto “O’ figl di All”; arresti domiciliari
- Beato Annamaria, detta “Nanà”; indagata
- Boccardi Roberto, detto “Recchiolone”; in carcere
- Capasso Salvatore, indagato
- Capozzoli Francesco; indagato
- Casella Eduardo; in carcere
- Chiummiello Mario; in carcere
- Coppola Immacolata, detta “Immarella”; indagata
- De Luca Bossa Giuseppe; in carcere
- De Martino Salvatore, detto “Totore XX”; indagato
- De Micco Giovanni, detto “Patatina”; indagato
- De Micco Pasquale, detto “Paqualino”; arresti domiciliari
- Di Costanzo Vincenzo, detto “Gabibbo”; in carcere
- Di Pierno Domenico, detto “O’ Bill”; indagato
- Esposito Clemente; indagato
- Gianniello Domenico; arresti domiciliari
- La Penna Luca, detto “Luchetto”; in carcere
- Petri Francesco, detto “Checco”; in carcere
- Quarto Mario, detto “O’ Chiatt” e/o “O’ Zuop”; indagato
- Quarto Rosario, detto “O’ Russ”; indagato
- Righett Giuseppe, detto “Peppe o’ blob”; in carcere
- Rolletta Rosario, detto “O’ Friariello”, c.d.g; indagato
- Ronza Pasquale Salvatore; indagato
- Terracciano Antonio, detto “Farfariello”; indagato
- Uccella Ciro; in carcere
- Velotti Giuseppe, detto “Pippotto”; in carcere
L’operazione rappresenta un’importante svolta nella lotta contro la criminalità organizzata a Napoli e riflette l’impegno delle autorità nel contrastare il potere dei clan attivi nella regione. Le indagini continuano e ulteriori sviluppi sono attesi nei prossimi giorni.
Ultimo aggiornamento il 27 Novembre 2024 da Laura Rossi