Un’operazione decisiva per la salvaguardia dell’ambiente quella condotta dal reparto ambientale della Polizia locale di Napoli, in sinergia con gli ispettori ambientali della società Asia. L’inchiesta, durata otto mesi, ha permesso di scoprire un’ampia attività di smaltimento illegittimo di abiti e calzature usate, con epicentro nel quartiere Barra-San Giovanni-Ponticelli. Questo intervento illustra l’impegno delle autorità locali nel contrastare il crimine ambientale e protegge il benessere della comunità .
L’operazione e le indagini
Durata e metodi utilizzati
L’operazione ha visto l’impiego di una strategia investigativa articolata e meticolosa. Le indagini si sono avvalse di un’analisi approfondita delle immagini di videosorveglianza e di azioni di monitoraggio sul territorio. In questo lasso di tempo, gli agenti hanno potuto raccogliere prove cruciali che hanno portato all’identificazione degli individui coinvolti e alla posizione del deposito illecito contenente migliaia di rifiuti.
La durata dell’indagine, otto mesi, evidenzia l’importanza di un approccio sistemico e paziente per affrontare fenomeni complessi come il traffico illecito di rifiuti, che può avere conseguenze devastanti per l’ambiente e la salute pubblica.
Individuazione del deposito illecito
Grazie all’accurata analisi dei dati raccolti, gli investigatori sono riusciti a localizzare un deposito clandestino in via Luigi Tammaro, situato a Ponticelli. Qui, sono stati rinvenuti circa 50 tonnellate di indumenti e calzature usate, gestite da quattro individui: G.V. e D.I.V. , entrambi di Napoli, D.D.N. di Ercolano e T.C. , di Portici. Quest’ultimo, già noto alle forze dell’ordine per precedenti penali legati a porto abusivo d’armi e traffico di stupefacenti, rappresenta un chiaro segnale della serietà dei reati in questione.
Il deposito e le condizioni sanitarie
Uno scenario allarmante
Il deposito, di circa 300 metri quadrati, presentava condizioni di igiene fortemente inadeguate. Inoltre, era sprovvisto di dispositivi antincendio e disponeva di un’unica via di aerazione. All’interno, gli agenti hanno trovato centinaia di sacchi contenenti materiali non igienizzati, rappresentando un potenziale pericolo per la salute pubblica e per l’ambiente circostante. Queste condizioni evidenziano quanto le operazioni di smaltimento illegittimo possano contribuire a situazioni di rischio per le comunità locali.
Smaltimento illecito e materiali sequestrati
Il materiale recuperato veniva selezionato e smaltito senza alcuna autorizzazione, violando severamente le normative ambientali. Durante l’intervento, oltre al sequestro dei rifiuti, gli agenti hanno confiscato anche un veicolo immatricolato all’estero, utilizzato per il trasporto dei materiali oltre a diversi strumenti adibiti all’imballaggio. Queste azioni non solo violano la legge, ma creano anche un danno economico e ambientale significativo.
Conseguenze legali e impatto sociale
Aggravanti e ulteriori accertamenti
A seguito dell’operazione, i quattro soggetti identificati sono stati deferiti all’Autorità giudiziaria per gestione non autorizzata di rifiuti e creazione di una discarica abusiva. È importante notare che uno di loro risulta percettore del reddito d’inclusione, il che solleva ulteriori interrogativi e porterà a ulteriori accertamenti da parte delle autorità competenti.
Danno ambientale ed economico
Questa operazione ha messo in evidenza un ingente danno ambientale. Le conseguenze ricadono non solo sull’ambiente ma anche sul bilancio comunale e sulle imposte sui rifiuti che gravano sui cittadini. Per affrontare la situazione, Asia provvederà a redigere una relazione dettagliata da presentare all’Autorità Giudiziaria, al fine di quantificare il danno erariale subito a causa di tali attività illecite.
L’operazione rappresenta un passo significativo nel monitoraggio e nella repressione del traffico illecito di rifiuti, e le indagini continuano per scoprire eventuali collegamenti e ramificazioni anche oltre i confini nazionali.