Il 12 settembre 2023, la proposta di Ius Scholae è stata definitivamente bocciata dalla Camera dei Deputati, evidenziando gravi contraddizioni in seno a Forza Italia, un partito che aveva inizialmente sostenuto l’iniziativa. Questa decisione ha suscitato reazioni forti da parte delle associazioni studentesche e dei sostenitori della riforma, che vedono la questione della cittadinanza come un tema essenziale da affrontare con urgenza e serietà.
L’opposizione allo Ius Scholae: la reazione dell’Unione degli Studenti
Dichiarazioni di Tommaso Martelli
Tommaso Martelli, coordinatore nazionale dell’Unione Degli Studenti , ha espresso il suo disappunto riguardo alla bocciatura della proposta, accusando Forza Italia di opportunismo. “Il voto di ieri evidenzia gli equilibri precari delle forze di maggioranza,” ha affermato Martelli. La preoccupazione principale di Martelli risiede nella manipolazione politica di tematiche così delicate come quella della cittadinanza, che dovrebbero invece essere un diritto universale per tutti gli studenti che crescono e si formano in Italia.
Martelli ha sottolineato come il rifiuto dello Ius Scholae non rappresenti solo un fallimento legislativo, ma anche un messaggio negativo per le nuove generazioni. In un periodo in cui la diversità è uno dei principi fondanti della società, la negazione dei diritti di cittadinanza a un numero crescente di studenti stranieri pone interrogativi validi sulla visione del futuro inclusivo del Paese.
L’inclusione come valore fondamentale
Martelli ha ribadito l’importanza di creare scuole che siano spazi di apprendimento accessibili e sostenibili per tutti, al di là della loro provenienza o del loro background. L’Unione degli Studenti richiede che il tema della cittadinanza venga affrontato in modo serio, piuttosto che essere utilizzato come strumento di misurazione degli equilibri politici.
La bocciatura dello Ius Scholae, secondo le associazioni, non è solo un problema legislativo, ma un segnale che indica un’attitudine generale del governo nei confronti delle politiche di inclusione e di accesso all’istruzione.
La prospettiva degli studenti: un sciopero nazionale
Richiesta di diritti e accessibilità
Francesco Valentini, responsabile comunicazione dell’UDS, ha chiarito la posizione dell’organizzazione, affermando che lo Ius Scholae, pur essendo un passo importante, non rappresenta la soluzione finale. “Riteniamo che questa proposta debba essere solo un punto di partenza per rendere le scuole accessibili a tutti,” ha dichiarato Valentini. La cittadinanza, secondo lui, non è un privilegio da conquistare, ma un diritto da garantire.
Valentini ha messo in guardia contro l’utilizzo strumentale di politiche per calcoli governativi, sottolineando l’importanza del coinvolgimento diretto di tutti i soggetti interessati in un dialogo costruttivo. L’UDS si impegna per una scuola che accoglie e sostiene tutti gli studenti, abbattendo le barriere socio-economiche che rendono l’istruzione un’esperienza esclusiva per pochi.
L’appuntamento del 15 novembre
Il 15 novembre, l’Unione degli Studenti ha programmato uno sciopero studentesco nazionale in protesta contro le politiche attuali, parallelo alla bocciatura del provvedimento. Martelli avverte che questo sciopero non è focalizzato solo sulla questione dello Ius Scholae, ma mira a esigere un cambio di rotta nella politica educativa del Paese. “Vogliamo molto più dello Ius Scholae,” ha affermato, indicando la necessità di riforme più ampie che affrontino le disuguaglianze nei sistemi educativi italiani.
Gli studenti, quindi, non si fermeranno alla discussione sui diritti di cittadinanza, ma lotteranno per un sistema scolastico più giusto e inclusivo, in grado di rispondere alle esigenze di tutti. Con l’appuntamento del 15 novembre, ci si aspetta una vasta mobilitazione che porterà in piazza le istanze di cambiamento e inclusività, con l’obiettivo finale di ottenere un’istruzione accessibile e di qualità per ogni studente.