Il recente annuncio del sindaco di Bologna, Matteo Lepore, ha colto di sorpresa molti cittadini e pendolari: le tariffe per i trasporti pubblici subiranno una considerevole aumentazione. In un contesto di disagi e discussioni sulla mobilità cittadina, il rincaro si presenta come un tema caldo, alimentato dagli effetti dei lavori in corso per la realizzazione del tram. Con un incremento medio del 50% sui biglietti giornalieri e una revisione mirata delle tariffe per abbonamenti e sosta, la città sta affrontando una fase critica che solleva interrogativi sui suoi effetti a lungo termine.
Rincari significativi per i biglietti
A partire da ieri, il costo della corsa singola per i mezzi pubblici è passato da 1,50 euro a 2,30 euro, segnando un incremento del 53,3%. Anche il biglietto giornaliero ha subito una crescita notevole, passando da 6 euro a 9 euro, con un aumento del 50%. Solo il City Pass, che ora costa 19 euro , presenta un aumento relativamente contenuto, pari al 35,7%. Queste variazioni colpiscono in particolare quegli utenti che si affidano sporadicamente ai mezzi pubblici, con l’intento dichiarato delle istituzioni di concentrare i rincari su questa fascia di utenti.
A fronte di queste modifiche, gli abbonamenti subiscono variazioni meno marcate, il che sembra stia intendendo incentivare i cittadini che utilizzano i mezzi di trasporto in modo più regolare. Tuttavia, molte perplessità emergono tra i cittadini riguardo a come questi rincari possano impattare le loro abitudini quotidiane e il loro portafoglio, specialmente in un momento di incertezze economiche.
Il contesto della mobilità bolognese
L’aumento delle tariffe arriva in un momento particolarmente delicato per la mobilità a Bologna. Infatti, i lavori del tram, sebbene necessari, hanno generato un quadro di disagi e rallentamenti nel servizio di trasporto pubblico offerto da Tper. Queste problematiche hanno alimentato un malcontento tra gli utenti, già provati da un servizio che negli ultimi tempi ha mostrato segnali di vulnerabilità e inefficienza. I disservizi causati dai cantieri non fanno che intensificare le polemiche attorno alle scelte tariffarie adottate dall’amministrazione.
A peggiorare il quadro c’è il dato di fatto che, negli ultimi 15 anni, il costo del biglietto dei bus a Bologna ha visto un aumento annuo di 10 centesimi, per un totale del 150%. In confronto, l’aumento dell’indice dei prezzi al consumo in Italia nello stesso periodo è stato molto più contenuto, fissato al 30%. Questi numeri raccontano una storia di incrementi che pesa non poco sulle spalle dei bolognesi, facendo di Bologna una delle città con le tariffe più elevate d’Italia.
Un’analisi storica delle tariffe
L’aumento delle tariffe non è un evento estemporaneo, ma parte di una lunga storia di rincari che risale a diversi anni fa. Il primo incremento registrato avvenne sotto l’allora commissaria prefettizia Annamaria Cancellieri, quando il costo della corsa singola passò da un euro a 1,20 euro, mentre per l’acquisto a bordo il prezzo saliva a 1,50 euro. Dopo di lei, nel 2013, il sindaco Virginio Merola adottò ulteriori modifiche, aumentando la tariffa di 10 centesimi.
Sei anni più tardi, nel 2019, Merola portò il biglietto a 1,50 euro, incentivando nuovamente un periodo di rincari. Con l’ultima manovra, ora Bologna si trova a fronteggiare la situazione di avere il biglietto del bus più costoso tra le dieci maggiori città italiane. La sfida per l’amministrazione è ora quella di bilanciare la necessità di mantenere un servizio efficiente con le crescenti richieste di una cittadinanza sempre più insoddisfatta.
Tariffe di sosta sotto esame
Oltre ai rincari sui biglietti dei mezzi pubblici, la città ha introdotto un aumento delle tariffe per la sosta. Gli abbonamenti mensili subiranno un aumento del 50%, e il costo della sosta oraria subirà un incremento da 1,20 euro a 1,80 euro nella corona semiperiferica e da 2,40 euro a 3,90 euro all’interno della Cerchia del Mille. Queste modifiche non riguardano solo i veicoli a benzina, ma anche le auto ibride, le quali fino a oggi usufruivano di sosta gratuita. Le auto elettriche, invece, continueranno ad avere accesso gratuito a tutte le aree.
Queste azioni sembrano essere parte di una strategia più ampia per incentivare l’uso del trasporto pubblico, ma i cittadini restano scettici di fronte a crescenti costi di mobilità che, in molti casi, potrebbero disincentivare l’utilizzo delle alternative al mezzo privato. Le ripercussioni di queste decisioni potrebbero riflettersi in un cambiamento delle abitudini di trasporto, con un futuro incerto per il sistema di mobilità bolognese.