Bologna: il successo della campagna “Non si butta via niente” contro lo spreco alimentare

La campagna “Non si butta via niente” di Bologna ha recuperato 340 tonnellate di cibo, riducendo le emissioni di CO2 e supportando enti no profit nella lotta contro lo spreco alimentare.
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Bologna: il successo della campagna "Non si butta via niente" contro lo spreco alimentare - Gaeta.it

La campagna “Non si butta via niente”, avviata dal Comune di Bologna in collaborazione con il Gruppo Hera e Last Minute Market, sta portando risultati significativi nella lotta contro lo spreco alimentare. Dal suo lancio, avvenuto pochi mesi fa, l’iniziativa ha già permesso di recuperare 340 tonnellate di prodotti alimentari, destinate prevalentemente a enti no profit attivi nel supporto a persone in difficoltà. Questo programma ha assunto particolare rilevanza in occasione della Giornata internazionale della Consapevolezza sugli sprechi e le perdite alimentari, che si celebra il 29 settembre, un momento in cui la comunità è invitata a riflettere sulle proprie abitudini alimentari.

Dettagli dell’iniziativa e i suoi promotori

Il progetto “Non si butta via niente” si distingue per la sua capacità di creare una rete di collaborazione tra diverse realtà locali. Alla presentazione degli aggiornamenti relativi all’iniziativa hanno partecipato figure chiave come l’assessore comunale alla Scuola e Agroalimentare, Daniele Ara, e Simone Borsari, titolare della delega ai Lavori Pubblici. Insieme a loro, Giulio Renato, direttore centrale dei servizi ambientali e flotte del Gruppo Hera, e Matteo Guidi, amministratore delegato di Last Minute Market, hanno illustrato gli obiettivi raggiunti e le prospettive future del progetto.

L’iniziativa ha ricevuto il supporto di una vasta gamma di donatori, tra cui negozi, supermercati, mense aziendali e imprese di diverse dimensioni. I principali contributori includono Caab, Bologna FC 1909, Elior, i Portici Hotel, l’Aeroporto di Bologna, Lagardère Travel e altre aziende locali. Questa cooperazione ha avuto un impatto significativo, consentendo di raccogliere e donare alimenti a realtà come Civbo-Cucine Popolari, l’Opera di Padre Marella, Amici di Piazza Grande e l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII.

Impatti ambientali e sociali della campagna

Oltre al suo beneficio sociale, la campagna ha anche un impatto positivo sull’ambiente. Il recupero delle 340 tonnellate di alimenti ha portato, secondo le stime, a una riduzione dell’emissione di circa 680.000 chilogrammi di anidride carbonica. Questo valore è equivalente alle emissioni generate da 6.583 viaggi in auto da Milano a Napoli, sottolineando quanto possa essere rilevante il contributo di iniziative locali nel contesto delle sfide ambientali globali.

I prodotti recuperati includono una varietà di cibi freschi, come frutta e verdura, piatti pronti, gastronomia e alimenti a lunga conservazione. Questa diversificazione non solo aiuta a soddisfare le esigenze nutrizionali di chi riceve il supporto, ma mostra anche l’importanza di una filiera alimentare responsabile e ben organizzata.

Il coinvolgimento di diverse categorie di operatori economici ha reso possibile la creazione di un sistema di raccolta e distribuzione efficace, fondamentale per garantire che gli alimenti recuperati raggiungano tempestivamente i più bisognosi.

Un futuro sostenibile per Bologna

Guardando al futuro, il Comune di Bologna e i suoi partner intendono espandere ulteriormente l’iniziativa “Non si butta via niente”. Sono previsti nuovi progetti e collaborazioni con ulteriori realtà locali, con l’obiettivo di sensibilizzare sempre di più la popolazione sul tema della sostenibilità alimentare e sul recupero delle eccedenze.

L’iniziativa non solo mira a combattere lo spreco alimentare, ma si propone anche di educare le comunità locali a un consumo più consapevole e responsabile. Questo approccio potrebbe rappresentare un passo significativo verso una città più sostenibile, in cui la solidarietà e il rispetto per l’ambiente siano valori condivisi e praticati da tutti i cittadini.

La campagna di Bologna è dunque un esempio di come una strategia concertata e inclusiva possa affrontare due problematiche cruciali: lo spreco alimentare e la povertà, gettando le basi per un futuro più equo e sostenibile.

Ultimo aggiornamento il 25 Settembre 2024 da Marco Mintillo

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