Un’assemblea pubblica ha fatto emergere le drammatiche condizioni nelle carceri italiane, sottolineando la necessità di un intervento immediato per affrontare la crisi. A Bologna, l’assessore al Welfare Luca Rizzo Nervo ha dichiarato che non basta più il lavoro istituzionale, ma è fondamentale alzare la voce per evitare una mera contabilizzazione dei decessi in carcere. La mobilitazione, organizzata dal Comune di Bologna insieme all’Ordine degli avvocati, ha avuto luogo in piazza Lucio Dalla, attirando l’attenzione sulla situazione insostenibile che coinvolge migliaia di detenuti.
La situazione allarmante delle carceri italiane
Dal gennaio 2023, il numero di suicidi all’interno delle carceri ha raggiunto la drammatica cifra di 84. Attualmente, il numero di detenuti in Italia appare allarmante, con 62.110 individui contro una capienza regolamentare di 51.234 posti. Questo scarto mette in evidenza l’urgenza di affrontare la questione del sovraffollamento, che contribuisce a una situazione di disagio e sofferenza all’interno degli istituti penitenziari.
Il dibattito in corso tra i rappresentanti delle istituzioni e degli avvocati ha sottolineato l’importanza di avviare una “rete di città”, capace di promuovere un dialogo costruttivo sull’emergenza carceraria. L’assessore ha esortato a non restare silenziosi di fronte a affermazioni inquietanti da parte di esponenti politici, che sembrano minimizzare la gravità della situazione con dichiarazioni controverse e disumane.
Le proposte degli esperti per un cambiamento reale
Flavio Peccenini, presidente dell’Ordine degli avvocati di Bologna, ha indicato la necessità di provvedimenti concreti per svuotare le carceri in modo parziale. Considerando l’impossibilità attuale di costruire nuove strutture dignitose, occorre prima ripensare all’uso delle carceri esistenti, rendendole adatte a funzioni di recupero e riabilitazione.
Al contempo, Nicola Mazzacuva, presidente della Camera Penale di Bologna, ha sottolineato come sia fondamentale promuovere riforme legislative che possano risolvere le problematiche strutturali del sistema carcerario, creando alternative più efficaci rispetto al semplice regime detentivo. Le proposte variano dall’ampliamento delle misure di attenuazione della pena all’incremento delle possibilità di lavoro e studio per i detenuti, per aiutarli a reintegrarsi nella società.
Il sostegno dell’arte e della cultura per una causa sociale
All’evento era presente anche l’attore bolognese Alessandro Bergonzoni, che ha lanciato un’iniziativa unica, denominata “rivoltosi fuori”. Questo movimento artistico invita le persone a ribaltare i propri cappotti come simbolo di protesta contro la disumanizzazione che caratterizza il sistema carcerario. Bergonzoni ha esortato non solo i giovani, impegnati in altre battaglie sociali, a considerare anche il tema delle carceri, rilevando che le persone detenute non sono degli estranei, ma esseri umani con storie e vite.
La manifestazione ha posto l’accento sulla necessità di una maggiore empatia verso le situazioni disperate vissute dai detenuti, invitando la società a riflettere sulle condizioni in cui questi individui vivono la loro detenzione. La richiesta è chiara: meno repressione e più attenzione ai diritti di chi ha compiuto un reato, ma resta un cittadino del Paese, meritevole di dignità e rispetto.
Ultimo aggiornamento il 30 Novembre 2024 da Laura Rossi