Bonus elettrodomestici 2025: attese e incertezze sulla normativa in arrivo

Bonus elettrodomestici 2025: attese e incertezze sulla normativa in arrivo

Il bonus elettrodomestici, previsto dalla legge di bilancio, suscita preoccupazioni tra i produttori italiani per possibili favoritismi verso le produzioni estere e ritardi nell’implementazione delle normative.
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Bonus elettrodomestici 2025: attese e incertezze sulla normativa in arrivo - Gaeta.it

Il bonus elettrodomestici, incluso nella legge di bilancio, continua a destare attese e incertezze nel settore. Diverse associazioni di produttori hanno espresso preoccupazioni riguardo alla bozza attuale, suggerendo che potrebbe necessitare di modifiche per una migliore valorizzazione delle produzioni nazionali. Sebbene il governo non abbia ancora confermato ufficialmente alcuna correzione, l’iter per l’implementazione del bonus è lontano dalla conclusione.

L’iter burocratico del bonus

Stando alle disposizioni della legge di bilancio, il decreto attuativo doveva essere emesso entro la fine di febbraio, con il ministero delle Imprese e del Made in Italy che collaborava con il ministero dell’Economia. Tuttavia, al momento i dettagli restano poco chiari. Sebbene non ci siano dichiarazioni ufficiali da parte dei ministeri, è evidente che l’iter del bonus richiede ulteriori valutazioni sulla normativa originale. Le preoccupazioni riguardano in particolare la lista degli elettrodomestici che possono essere inclusi nel provvedimento.

La situazione si fa complessa: il governo potrebbe decidere di posticipare l’emissione del decreto fino a che non ci sono state delle valutazioni più approfondite sulla conformità della normativa. Questo ritardo potrebbe avere impatti per gli acquirenti, che sono in attesa di indicazioni chiare sulle modalità di accesso al bonus e sui requisiti necessari per farne richiesta.

Dettagli sul bonus per il 2025

La manovra promossa per il 2025 prevede un incentivo significativo per l’acquisto di elettrodomestici ad alta efficienza energetica. Questi apparecchi devono appartenere a una classe energetica B almeno, e devono essere prodotti all’interno del territorio europeo. In aggiunta, è previsto lo smaltimento del vecchio elettrodomestico in fase di acquisto. Il bonus potrà arrivare fino al 30% del costo dell’elettrodomestico, con un massimo di 100 euro per ogni acquisto, cifra che potrebbe salire a 200 euro per le famiglie con un ISEE sotto i 25mila euro. In totale, il governo ha stanziato circa 50 milioni di euro per questo incentivo.

Le preoccupazioni espresse dal Ddl Gusmeroli

Le critiche mosse alla normativa si collegano in gran parte al Ddl Gusmeroli, il quale era stato proposto in passato, ma solo in parte è stato adottato nella legge di bilancio attuale. Secondo le associazioni di produttori, la modalità di selezione degli elettrodomestici incentivabili finirebbe per favorire le produzioni estere, con un occhio particolare ai marchi asiatici. In questo scenario, i produttori italiani temono di essere svantaggiati, quando invece la normativa dovrebbe incentivare il made in Italy.

Particolari dubbi riguardano anche il marchio Beko, ora proprietà turca ex Whirlpool, che dispone di stabilimenti sia in Italia sia in altri Paesi. La presenza di queste aziende nel mercato europeo, insieme alle vertenze sindacali aperte e alle tensioni su diritti e salari dei lavoratori, complica ulteriormente il panorama.

Le modifiche indicate nel disegno di legge Gusmeroli proponevano un passaggio graduale, stabilendo requisiti specifici per la classe energetica degli elettrodomestici da incentivare: classe minima A per lavatrici e lavasciuga, classe C per le lavastoviglie e classe D per frigoriferi e congelatori. Queste proposte miravano a garantire un supporto efficace ai produttori nazionali, un aspetto che continua a essere al centro del dibattito attuale.

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