L’analisi condotta da Ape Confedilizia ha messo in evidenza un preoccupante incremento delle unità collabenti in Liguria, evidenziando un fenomeno che riflette il disagio economico, sociale e demografico della regione. Questi edifici, non più adatti per essere abitati, rappresentano una parte significativa del patrimonio immobiliare locale, con un aumento costante negli ultimi anni. Questa situazione richiede attenzione urgente e possibili interventi a livello istituzionale.
Aumento delle unità collabenti in Liguria
Trend storico e dati recenti
Negli ultimi tredici anni, la Liguria ha assistito a un significativo aumento delle unità immobiliari fatiscenti. Secondo i dati forniti da Ape Confedilizia, nel 2011 erano registrate 12.801 unità collabenti, cifra che è aumentata in modo vertiginoso, raggiungendo 24.212 nel 2022 e 26.117 nel 2023. Queste strutture, che comprendono edifici abbandonati e ruderi, si concentrano soprattutto nell’entroterra e nei comuni più piccoli e spopolati della regione.
In particolare, per le quattro città capoluogo, la crescita è stata meno pronunciata, passando da 757 unità nel 2011 a 1.462 nel 2023. Questo incremento, sebbene meno drammatico nelle aree urbane, evidenzia comunque una tendenza preoccupante che mette a rischio la stabilità economica di intere comunità.
Analisi per province
Scendendo nei dettagli provinciali, la provincia di Genova ha visto un notevole aumento delle case diroccate. Dal 2011, quando erano 3.393, sono passate a 7.355 nel 2023, di cui 621 sono nella sola città di Genova. Questo rappresenta un chiaro segnale che alcuni quartieri e zone della città potrebbero essere in difficoltà, contribuendo così a un grave problema sociale. Le aree afflitte da questo fenomeno sono soggette a un impoverimento progressivo, che porta con sé effetti a lungo termine sul tessuto sociale e sull’attrattività della regione.
Impatto socioeconomico del fenomeno
Disagi economici e sociali
L’aumento delle unità collabenti in Liguria non è solo un problema urbanistico, ma rappresenta anche un grave segnale di disagio economico e sociale. La crescente moltitudine di edifici abbandonati nelle aree interne e nelle frazioni più isolate indica una popolazione in declino, che fatica a sostenere la vita nei propri territori. Le conseguenze sono molteplici: dal calo del valore degli immobili all’aumento della criminalità, fino a minare il senso di comunità e la sicurezza dei residenti.
Le aree rurali e montane, che generalmente dipendono da piccole aree produttive e attività agricole, sono particolarmente colpite. In assenza di politiche adeguate per rivitalizzare questi luoghi, il rischio è che continuino a perdere popolazione e risorse, diventando sempre più difficili da abitare e da visitare.
Proposte per il recupero degli immobili
Proprio in virtù degli effetti nefasti di questa situazione, Confedilizia ha proposto misure concrete per affrontare la questione. Una delle principali richieste riguarda l’esenzione totale dall’IMU per gli immobili situati in comuni con meno di 3.000 abitanti. Questa misura, che richiederebbe solo 800 milioni di euro, potrebbe rappresentare un segnale forte e tangibile per coloro che risiedono nelle zone più colpite.
In aggiunta, Confedilizia suggerisce di esentare completamente dal pagamento dell’IMU i proprietari di immobili inagibili e inabitabili, attualmente solo parzialmente esentati. Questo investimento, stimato in circa 50 milioni di euro, permetterebbe di alleviare il carico fiscale su chi già si trova in una situazione di difficoltà economica.
Prospettive per il futuro
Necessità di interventi istituzionali
L’analisi dei dati e la crescente crisi degli edifici fatiscenti in Liguria rivelano la necessità impellente di un intervento da parte delle istituzioni. È fondamentale che vengano messe in atto politiche che non solo affrontino il problema immediato delle unità collabenti, ma che incentivino anche la rivitalizzazione dei borghi e delle aree più disagiate. Un approccio strategico e lungimirante potrebbe portare a stiegni economici e a un miglioramento della qualità della vita nelle aree più colpite.
Effetto sulle politiche regionali
La situazione attuale delle unità collabenti potrebbe influenzare l’agenda delle politiche regionali. Un approccio coordinato e mirato potrebbe non solo favorire il recupero degli immobili degradati, ma anche rinvigorire l’economia locale, attrarre nuovi investimenti e rivitalizzare i centri abitati minacciati dallo spopolamento. Il potenziale di sviluppo per la Liguria è significativo; sarà fondamentale agire tempestivamente per affrontare un problema che, se trascurato, rischia di avere ripercussioni pesanti per il futuro della regione.