L’Unione Europea ha segnato un importante successo nella lotta contro le big tech, con due sentenze che comportano sanzioni record per le aziende tecnologiche. La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha confermato una multa di 2,4 miliardi di euro a Google per pratiche anticoncorrenziali, mentre Apple è stata condannata a pagare 13 miliardi di euro per evasione fiscale in Irlanda. Queste decisioni rappresentano una battaglia significativa nella strategia della Commissione Europea, sotto la guida della Commissaria Margrethe Vestager, per garantire una concorrenza equa nel mercato digitale globale.
Google e le pratiche commerciali scorrette
La multa record di 2,4 miliardi di euro
Nel 2017 la Commissione Europea aveva avviato un’azione legale contro Google per aver abusato della sua posizione dominante nel settore della ricerca online. Si è sostenuto che Google avesse favorìto i propri risultati di ricerca per il servizio Google Shopping, discriminando così i concorrenti e limitando la libertà di scelta dei consumatori. Questa condotta è stata considerata un chiaro tentativo di monopolizzare il mercato delle comparazioni di prezzo.
Dopo aver tentato di impugnare la decisione iniziale, Google aveva presentato appello alla Corte di Giustizia Europea. Tuttavia, quest’ultima ha rafforzato la posizione di Bruxelles, dichiarando che le pratiche di Google erano discriminatorie e inadeguate nei confronti della competizione. La Corte ha specificato che i risultati migliori di ricerca di Google erano stati presentati in modo da attrarre gli utenti, lasciando i risultati dei concorrenti in una posizione svantaggiata.
Riflessioni sulla sentenza
La sentenza della Corte di Giustizia riafferma la determinazione dell’Unione Europea nel combattere le pratiche monopolistiche dei giganti tecnologici. Juliane Kokott, avvocato generale della Corte, aveva già espresso supporto per il mantenimento della multa, definendo le azioni di Google come un utilizzo sproporzionato della sua posizione nel mercato. Questa decisione è considerata una vittoria fondamentale per i consumatori europei, poiché garantisce un accesso più giusto e equo alle informazioni.
Apple e la questione fiscale in Irlanda
La condanna per evasione fiscale
Nella stessa data, la Corte di Giustizia Europea ha anche confermato la condanna nei confronti di Apple, obbligandola a pagare 13 miliardi di euro all’Irlanda per tasse non versate. Nel 2016, la Commissione Europea aveva già stabilito che Apple aveva beneficiato di un trattamento fiscale illegittimo in Irlanda, riducendo enormemente il suo carico fiscale grazie a accordi privati con il governo irlandese. Secondo le autorità europee, tale pratica era in violazione delle norme sulla concorrenza, permettendo alla società di pagare meno tasse rispetto ai suoi concorrenti.
Implicazioni della sentenza
Questa sentenza rappresenta un passo cruciale nella lotta contro l’evasione fiscale delle multinazionali. Il governo irlandese aveva inizialmente accolto favorevolmente l’arrivo delle aziende nel proprio paese, attratte da basse aliquote fiscali. Tuttavia, le recenti sentenze mostrano come questo approccio potrebbe compromettere l’integrità del mercato europeo. Gli analisti ritengono che tale decisione spingerà non solo Apple, ma altre aziende a rivedere le loro strategie fiscali in Europa.
Con le recenti vittorie legali, la Commissione Europea ha sottolineato l’importanza di un approccio giusto e trasparente nel mercato digitale. I consumatori europei possono ora sperare in una maggiore protezione contro le pratiche sleali delle grandi aziende, e la garanzia di un accesso equo alle informazioni online.
La strada è ancora lunga, ma con decisioni come queste, Bruxelles dimostra di essere determinata a mantenere un mercato competitivo e giusto per tutti.
Ultimo aggiornamento il 10 Settembre 2024 da Francesco Giuliani