Il 2024 si chiude in modo favorevole per il consorzio di tutela del Salame Felino Igp, il quale ha registrato un fatturato al consumo pari a 89 milioni di euro. Questo dato segna un incremento del 16% rispetto ai cinque anni precedenti e un raddoppio nelle esportazioni rispetto al 2023. L’organismo di tutela riunisce 13 aziende produttrici situate nella provincia di Parma e impiega circa 500 persone, tra lavoratori diretti e quelli legati all’indotto. I risultati finanziari positivi rappresentano un segnale forte per il mercato dei salumi italiani e mostrano come la certificazione di qualità possa influenzare favorevolmente le vendite.
Andamento produttivo e fatturato nel dettaglio
Nel 2024 i valori produttivi del Salame Felino Igp sono rimasti stabili rispetto al 2023, con 5,3 milioni di chilogrammi di carne lavorata. Di questi, 3,5 milioni di chilogrammi sono stati destinati al prodotto certificato, generando un valore alla produzione di 46 milioni di euro. Questa costanza nei volumi di produzione ha contribuito a sostenere il fatturato, che è cresciuto da 75 milioni di euro nel 2019 ai 89 milioni attuali. Il consorzio ha attribuito questa performance a due fattori chiave: la resistenza del segmento dei preaffettati e la crescente domanda negli mercati esteri.
Negli ultimi cinque anni, i preaffettati sono aumentati significativamente, passando da 526mila chilogrammi nel 2019 a 573mila chilogrammi nel 2024. Inoltre, la quota di export è salita dal 2,5% del 2023 al 5% attuale, evidenziando un forte interesse internazionale per il prodotto. Questi dati non solo segnalano la salute economica del consorzio, ma anche l’apprezzamento della qualità del Salame Felino Igp nel panorama agroalimentare.
Aggiornamenti al disciplinare e impatti sul mercato
Di recente, il consorzio ha apportato alcune modifiche al disciplinare, in particolare riguardo le specifiche del peso dei suini utilizzati per la produzione. Non è più richiesto un peso medio vivo di 160 chilogrammi, ma si è passati a considerare il peso della singola carcassa, che deve rientrare tra 110,1 e 190 chili al momento della macellazione. Questa modifica mira a garantire una maggiore uniformità e qualità nel prodotto finale.
L’aggiornamento del disciplinare potrebbe avere un impatto significativo sulla produzione e sulla strategia commerciale. Focalizzarsi sulla qualità della carcassa piuttosto che sul peso vivo consente di ottimizzare il processo produttivo, aumentando la bontà del salume. In un mercato che privilegia la qualità e la provenienza, questi cambiamenti potrebbero favorire ulteriormente l’immagine del Salame Felino come un prodotto di eccellenza.
Sfide future e prospettive
Umberto Boschi, presidente del consorzio di tutela del Salame Felino Igp, ha commentato che il 2024 è stato un anno relativamente positivo, anche se il mercato vive una condizione di instabilità riguardo ai costi delle materie prime. I prezzi sono aumentati, mantenendo i picchi del 2023. Nonostante i risultati incoraggianti, le prospettive future si presentano complesse. Si prevede che, dopo l’estate, vi sarà una diminuzione nel numero di suini disponibili per la macellazione, il che potrebbe influenzare negativamente i costi e la produzione.
La situazione richiederà al consorzio di adottare strategie flessibili per rispondere alle variazioni del mercato. L’attenzione alla qualità e all’innovazione nel prodotto rimane cruciale. Con il crescente interesse per il Salame Felino anche al di fuori dei confini nazionali, il consorzio si prepara ad affrontare le sfide con determinazione, puntando a mantenere elevati standard produttivi e commerciali.