Calabria tra le regioni italiane con il più basso tasso di occupazione nel 2024, dati Eurostat

Calabria tra le regioni italiane con il più basso tasso di occupazione nel 2024, dati Eurostat

Nel 2024 Calabria, Campania e Sicilia registrano tassi di occupazione molto inferiori alla media italiana ed europea, evidenziando persistenti difficoltà economiche e sociali nel Sud Italia.
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Nel 2024, la Calabria e altre regioni del Sud Italia mostrano tassi di occupazione molto più bassi rispetto alla media italiana ed europea, evidenziando persistenti difficoltà economiche e sociali che frenano lo sviluppo regionale. - Gaeta.it

I dati Eurostat del 2024 confermano come alcune regioni del Sud Italia presentino ancora livelli di occupazione molto distanti dalla media europea e nazionale. Calabria, Campania e Sicilia si collocano tra le zone con meno persone occupate tra i 15 e i 64 anni. Il confronto con i dati italiani e comunitari fornisce una fotografia chiara delle difficoltà di queste aree.

il tasso di occupazione in calabria e confronto con le regioni limitrofe

Secondo gli ultimi dati raccolti a livello europeo, la Calabria registra un tasso di occupazione pari al 44,8% per la fascia di età compresa tra 15 e 64 anni. Questo numero, seppur leggermente cresciuto dello 0,2% rispetto al 2023, rimane tra i più bassi del Paese. Parallelamente la Campania si attesta al 45,4%, mentre la Sicilia mostra un valore leggermente superiore, al 46,8%. Entrambe le regioni hanno evidenziato un aumento più marcato, rispettivamente dell’1% e dell’1,9%, rispetto all’anno precedente. Queste percentuali confermano una certa stagnazione del mercato del lavoro in Calabria, mentre le due altre regioni meridionali registrano una timida ripresa.

un problema economico e sociale al centro

Il dato calabrese mette al centro un problema economico e sociale molto sentito, che riguarda la difficoltà a proporre e mantenere posti di lavoro stabili e duraturi. Dati simili negli anni precedenti avevano già segnalato questa tendenza, legata a fattori come la struttura produttiva poco sviluppata, l’assenza di grandi poli industriali e la difficoltà delle infrastrutture. Il margine di incremento rimane esiguo, proprio a sottolineare la lentezza nel risolvere queste criticità.

confronto con il tasso di occupazione in italia e nell’unione europea

Il tasso di occupazione medio in Italia sfiora il 62,2%, un dato che resta nettamente più alto rispetto a quello registrato in Calabria e nelle regioni del Sud coinvolte. Il divario tra queste aree e il resto del Paese si mantiene dunque rilevante, elemento che pesa significativamente nello sviluppo economico e nelle condizioni sociali delle popolazioni coinvolte. L’intero sistema economico italiano risente di questa disparità territoriale.

un divario ancora più ampio a livello europeo

Ancora più marcato è il divario con la media europea, che nel 2024 si attesta sul 70,8%. L’Unione europea offre, infatti, numeri che mostrano come buona parte dei paesi membri gestisca un mercato del lavoro con livelli più elevati di occupazione, inclusi quelli con difficoltà economiche o di transizione industriale. Questo confronto internazionale mette in evidenza quanto le regioni del Sud Italia, Calabria in testa, restino isolate da una ripresa del lavoro che altrove procede su ritmi più sostenuti.

Il dato europeo rappresenta anche un riferimento per le politiche da adottare, soprattutto in termini di investimenti, formazione professionale e supporto all’imprenditorialità per favorire l’accesso al lavoro. Senza contare l’importanza di combattere la disoccupazione giovanile e di creare occasioni che trattengano i giovani sul territorio.

implicazioni sociali ed economiche della bassa occupazione in calabria

Le conseguenze di un tasso di occupazione così basso non riguardano solo l’aspetto economico ma coinvolgono direttamente la qualità della vita e le opportunità delle persone. La scarsità di posti di lavoro modifica la dinamica demografica di molte zone, spingendo all’emigrazione soprattutto i più giovani e chi possiede maggiori competenze. A questo si aggiunge l’aumento della povertà relativa e la difficoltà nel sostenere i servizi pubblici.

L’andamento evidenziato nel 2024 conferma una situazione che persiste da anni e che frena lo sviluppo regionale. Al tempo stesso, una leggera crescita suggerisce la possibilità di qualche progresso, anche se il passo resta ancora lento e insufficiente a colmare il divario con il nord e con i paesi europei. Serve un impegno coordinato, a livello regionale e nazionale, per creare occasioni di lavoro, puntare sulla formazione e migliorare la qualità delle condizioni lavorative.

Le misure messe in pratica finora appaiono ancora parziali e non hanno cambiato in maniera sostanziale il profilo occupazionale calabrese. Monitorare costantemente questi dati è fondamentale per orientare le scelte politiche e economiche future, focalizzandosi sulle cause profonde di questo gap.

La situazione in Calabria nel 2024 resta quindi uno dei segnali più chiari delle difficoltà economiche del Mezzogiorno, che rimane lontano dall’obiettivo di una piena occupazione e di una crescita paragonabile a quella delle altre regioni italiane ed europee.

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